Il diario

Brainstorming

Quando studiavo all’Istituto Superiore di Comunicazione c’era una materia che si chiamava Brainstorming. Non c’ è nemmeno bisogno di spiegarlo: il professore (come si chiamava?) ci spiegava come si fa un brainstorming produttivo, per tirar fuori delle idee per una campagna pubblicitaria. Le idee si dicono, poi si scremano, se ne mettono a fuoco un paio più convincenti delle altre e si sviluppano fino a quando non  hanno un aspetto e una forma ancora più convincenti. 

 

Questo detto molto in breve. 

 

In realtà tutto questo dura molto più di 5 minuti. Il brainstorming consiste in una o più sedute, a volte divertenti a volte massacranti, in cui ci sono alcune regole da seguire, per fare in modo che non ci si areni su litigi e questioni di principio. Una di queste regole è "mai dire no". Ogni volta che qualcuno tira fuori un’idea, è vietato dire "non mi piace", perché l’atteggiamento negativo/oppositivo, nel brainstorming non paga. Almeno nelle prime fasi, quando le idee sono solo spunti. La regola vuole che invece ogni idea si debba implementare con atteggiamento positivo e costruttivo. Ognuno dice la sua, ma sempre implementando. Le idee che non hanno buone prospettive si eliminano da sole, ma è il gruppo di lavoro a farlo, non il singolo. E infatti spesso, così facendo, un’idea a cui all’inizio avresti dato uno zero, finisce per sembrarti buona. 

 

Comunque.

 

Nulla vieta di applicare la stessa tecnica anche con i figli. Non per le questioni importantissime tipo "mamma posso farmi un tatuaggio" a 8 anni, ma per le cose spicciole quotidiane. Vostra figlia è a casa e si annoia, vi chiede di poter cucinare e ha un’età ragionevole per farlo da sola, leggendo e seguendo una ricetta semplice, solo chiedendovi un consiglio di tanto in tanto. Certo, poi dovrete sicuramente pulire (o assicurarvi che lo faccia lei, il che è ugualmente impegnativo) il tavolo, il piano fornelli, il lavabo. Fa niente. Non dite di no. Implementate. Trovate con lei una ricetta fattibile e commestibile e magari vi trovate un pezzo di cena già pronto. A me è successo. Avevo un ospite a cena, due figlie che si annoiavano e mentre finivo di lavorare loro hanno cucinato praticamente: primo, secondo e dolce. 

 

Vostro figlio non è più soddisfatto della sua cameretta e vi chiede di cambiare tutti i mobili (quelli che avete preso solo due anni fa pensando di fare una cosa che lo facesse sentire grande). Non dite no. Implementate. Anzichè comprare dei mobili nuovi proponetegli di cambiare la disposizione e magari aiutatelo a pitturare una parete con un colore nuovo. A volte basta un adesivo, una tenda nuova, una lampada diversa, e l’aspetto cambia.

 

Lo so, questa tecnica non può funzionare per tutto, ma in molti casi sì, bisogna solo capire quali. Usatela con parsimonia prima che vi si ritorca contro, ma quando ci sono i margini usatela. Ridurre i "no" senza possibilità di appello dove si può, fa bene a tutta la famiglia. Anzi, in generale, fa bene alla vita.

 

 

Lascia un commento