Il diario

Rientro

Non è per pigrizia e non è perchè sono ancora in vacanza che non ho ancora scritto il post del rientro. Semplicemente non me la sentivo. Non ero pronta. Ho vissuto così intensamente ogni giorno della mia vacanza, ho visto panorami così belli e posti normali che mi son sembrati speciali, ho bighellonato a stretto contatto con le due minuscole A e con il mago G tutto il giorno in giro per la stessa città, la stessa spiaggia e lo stesso mare per 15 giorni, ho preso così tanti appunti di vita quotidiana e buttato giù così tanti pensieri che alla fine, con tutto questo mucchio di carta sulla mia scrivania il blocco dello scrittore mi ha paralizzata. Ma poi ci sono arrivata. Come restituire tutto questo con dei post in una sola volta? Semplicemente così: alcuni li copierò come sono stati scritti su carta, altri non li renderò affatto, sono fatti miei, cose mie, delle minuscole A e del mago G. 10 luglio – l’arrivo Ci assestiamo nella nuova casa, non è la nostra solita casa di sempre perchè quella quest’anno era in ristrutturazione. Il tempo di realizzare che ogni giorno, per arrivare al mare, dovremo fare a piedi un pezzetto di strada in pendenza, con le curve e senza marciapiede e poi il resto è rimasto uguale: Cesare chiuso tutto il giorno nella cabina dei bagni Fiordaliso, Carlotta-la-bambina-amica-di-tutti che arriva in spiaggia solo nel pomeriggio, insieme alla sua mamma con il costume giallo e A la grande che le si avvicina, attratta da una misteriosa forza soprannaturale. Ogni anno le due si presentano ex-novo, come se non si fossero mai conosciute. Non si capisce se davvero non si ricordino l’una dell’altra oppure se fare le presentazioni ogni volta regala a queste due bambine strani brividi e fantastiche emozioni. La spiaggia è piccola, tranquilla e accogliente. Solo A la piccola ha un fatto personale con la sabbia: semplicemente non la sopporta e grida Spoccco!!!Spooccccooo!!! Non c’è verso di convincerla che la sabbia non è polvere e che in spiaggia si sta a piedi nudi. 11 luglio – giorno di mercato Oggi è sabato e la spiaggia la lasciamo ai bagnanti del fine settimana. Noi ci avventuriamo nei carrugi stretti e ombrosi della città e facciamo mercato. Incautamente abbiamo lasciato nel ripostiglio comune dei bagni Fiordaliso i braccioli di A la grande. Ce li rubano di sicuro. Dovremo ricomprarli e scriverci il nome col pennarello indelebile. 12 luglio – Porto Sole Anche oggi il mare è sicuramente affollato e ancora per oggi noi preferiamo guardarlo da un’altra prospettiva: Porto Sole, Villa Ormond, Villa Nobel. Sono tutte ville con parchi incredibilmente belli, ci sono fontane e giochi per bambini, ghiaia e tanto, tanto verde. Al Porto Sole, al posto della vecchia ferrovia, hanno fatto una pista ciclabile e al bar si possono affittare biciclette e risciò. Noi però veniamo inesorabilmente risucchiati dalla panchina del parco giochi del Porto Sole, mentre A la grande e A la piccola si avventurano su scivoli, molle e castelletti. 13 luglio – Dolceacqua Oggi il tempo è brutto, promette pioggia, le nuvole potrebbero esplodere da un momento all’altro. Quindi ancora niente mare, si va a Dolceacqua. Illusi, sbarchiamo dalla B-mobile in questo borgo fiabesco, ricolmi di gioia e di buona volontà e apriamo il passeggino per A la piccola. Deve essere una giornata rilassante per tutti, riduciamo al minimo le possibilità di ammutinamento. Tuttavia la conformazione caratteristica e meravigliosa di questo posto fatto tutto di pietre, sassi e ciottoli (in salita) ci impone di richiudere l’arnese al primo tentativo. Ma siccome la macchina è nel parcheggio e nè io nè il mago G abbiamo voglia di andare a riporre il passeggino ci dividiamo i compiti: lui si mette A la piccola sulle spalle, io mi trascino il passeggino chiuso per le scale di questa graziosa cittadina. Tatac tatac tatac tatac. Ogni gradino un tatac. A la grande cammina senza battere ciglio, bravissima, eroica e per questo si guadagna la possibilità di esprimere un desiderio. Chiede un ghiacciolo  e lo ottiene. Io  e il mago G, incantati dal posto, a fine escursione ci siamo regalati quattro chine di un signore che si chiama De Silva e abita a Dolceacqua. Andranno incorniciate sulla scala di casa nostra. 14 luglio – parentele e vite passate Ormai è ufficiale: A la grande ha già vissuto un’altra vita e, come dice lei, questa è a sua seconda volta. "Quando ero alta, altissima come il papà, mia mamma si chiamava nonna Carla, mio padre si chiamava nonno Arturo e mia sorella si chiamava Aidi".
E’ così, la racconta sempre uguale, non si tradisce mai. Questa sua antica condizione è il presupposto da cui partono infiniti aneddoti, strane affermazioni e ricordi interessanti, tipo: "La vedi quella casa là? Quella era solo una delle nostre case". "Solo una delle?" "Sì, ne avevamo molte altre". (Dove siano finite oggi tutte le altre case non è dato saperlo). Geloso del suo unico ed esclusivo ruolo di padre di A la grande, il mago G oggi ha osato protestare: "Eh no, scusami tanto A la grande, ma il tuo unico papà sono io. Non ci sono altri papà, nè adesso nè prima" "Si invece!" "No!" "Sì! Ma nella mia vita di prima, sto dicendo!" A la grande ha gli occhi rossi e pieni di lacrime e lotta strenuamente in difesa della sua verità.
"Ok, ok, in un’altra vita forse sì" cede un po’ scocciato il mago G. "Ora possiamo lasciare la strada delle fantasie bizzarre e delle paterne gelosie e riprendere a goderci questa bellissima strada panoramica?" domando A la grande di ricompone sul seggiolino. A la piccola intanto è caduta in un sonno catatonico e ha un rivolo di bava che scende dalla bocca. Lei i discorsi noiosi – se non si canta e non si fa casino – proprio non li regge. Questa è la sua protesta pacifica e silenziosa.
15 luglio – Finale Ligure Non potendo stare più di tanto lontano da quelli che a casa, tutto l’anno, sono i nostri vicini di villetta, siamo andati a trovarli a Finale Ligure. Noi siamo per gli scambi culturali, loro anche, e l’idea di passare una giornata di mare alla loro maniera ci piaceva. A la grande e A la piccola si sono divertite di più al parco giochi dei Bagni Lido che nell’acqua. L’acqua qui è subito profonda e le nostre principesse non hanno gradito. A la piccola è riuscita a infilarsi un sassolino minuscolo nell’occhio e ora ha l’occhio traumatizzato. Il mago G è in ansia e tocca a me tranquillizzarlo: "Puoi stare tranquillo, A la piccola non morirà per un po’ di capillari offesi" lo consolo prima di spegnere la luce.  16 luglio – brame da vacanza Stare in vacanza con la mente sgombra scatena le mie brame consumistiche, risveglia le mie voglie sopite. Niente di intellettuale, nessun desiderio nobile, solo una voglia di cose materiali da possedere e da realizzatre. In ordine sparso: – una casa tutta nostra qui, in questo posto della riviera ligure, per venire ogni volta che ci va – un cane bassotto a pelo corto – prenotare un appartamento in Trastevere e vivere a Roma per dieci giorni, noi quattro, così, tanto per – un paio di ciabatte Birkenstock di vernice – un volo per Cagliari a ottobre per andare a vedere mio cugino che si sposa con una ragazza che non ho mai visto – roller blade per A la grande – una carrozzina per il bambolotto di A la piccola – fare la patente dela moto per andare in Vespa anche in tangenziale – una Vespa 250 – un maggiolone cabrio p.s. i braccioli di A la grande sono stati rubati come previsto, ne abbiamo già comprato un paio nuovo

17 luglio – ritorno al mare Oggi finalmente torniamo alla vita da mare. A la grande ha i braccioli nuovi e ha imparato a sollevare le gambe per nuotare a cagnolino. A la piccola, dopo aver subito un attacco da parte di mamma e papà che volevano costringerla ad emozionarsi per una ciambella galleggiante con mutandina, si è messa a strillare No vojo!!! con tutto il fiato che aveva in corpo, catalizzando su di noi tutta l’attenzione della spiaggia intera. Abbiamo dovuto toglierla da lì e rimetterla sulla sabbia di fianco al secchiello e alla paletta ed è tornata normale. In compenso non grida più "Spocco! spocco!" e la sabbia non le da più nessun fastidio. Anche se, vedendola correre continuamente dal secchiello al mare e dal mare al secchiello con la paletta piena di sabbia mi chiedo se non stia cercando di lavare tutta la sabbia. 19 luglio – San Romolo, animali della fattoria e Cesaroni Oggi è domenica e al posto del mare siamo stati in montagna: San Romolo è a 800 metri sopra il livello del mare, non è nemmeno una paese: ci sono delle case, un gigantesco prato con qualche gioco per bambini, tavoli e panche per pic-nic e una fattoria aperta con tanti animali: cavalli, pecore, asini, capre, galline, cerbiatti e oche. La fattoria, quella che di solito leggete ai vostri bambini nei libretti cartonati, è qui a San Romolo, a disposizione di tutti. Unica raccomandazione: non dare da mangiare agli animali, recita un cartello. Ma a noi qualche filo d’erba c’è scappato lo stesso. Stasera, visto il velocissimo addormentamento delle fanciulle, ci siamo concessi un lusso da vacanza trash: la replica dei Cesaroni che davano in tv. Seconda edizione, puntata numero…non so. E’ quando Marco lascia Eva e parte per Londra. Il tutto innaffiato da succo di pompelmo e gazzosa, con le finestre spalancate sulle colline dell’entroterra rivierasco e…udite udite, meraviglia delle meraviglie..senza zanzariere. Perchè, anche se sembra impossibile a noi pavesi e padani, al mondo c’è qualcuno che può godersi la brezza estiva della sera che entra dalle finestre, senza doversi barricare dietro a zanzariere spesse come trapunte. 20 luglio – nuovi modi di fare la spesa Un nuovo marchingegno semplificherà d’ora in poi la nostra spesa: ho appena conosciuto la cassa-fai-da-te della Coop del mare. In pratica, se la tua spesa non supera i 15 pezzi, puoi farti giustizia da solo: identifichi la tua tessera, se nei sei detentore, e poi passi il codice di tutti i tuoi prodotti davanti allo scanner, mentre il monitor ti informa dello stato avanzamento lavori: cosa hai comprato, quantità e relativo prezzo. Quando hai passato tutto indichi il numero di sacchetti che ti servono (fino a 4), digiti "termina e paga" e scegli la tua forma di pagamento. La cosa esaltante è che per la prima volta puoi fare tu quel gesto che hai sempre solo visto fare dalla cassiera: è uno sfizio che magari qualcuno aveva voglia di togliersi. A la grande, ad esempio, si diverte un mondo e quando le lascio passare i prodotti si mette in posizione da adulto, assume una postura tutta dritta e  ordina tutti i prodotti in modo molto responsabile. Comunque, senza scomodare sempre i piccoli, anche la sottoscritta trae una certa soddisfazione dal BIP generato dallo scanner e dal gesto meccanico stesso. Ha un suo fascino. Forse perchè non l’ho mai fatto per 6 ore di fila. Un signore ieri protestava con una delle addette all’assistenza e diceva che queste casse fai da te alla Coop non vanno bene, non sono di sinistra: "Così ci saranno dei posti di lavoro in meno!". "Non si preoccupi – le ha risposto la addetta – col fatto che devono esserci sempre almeno due assistenti alle casse fai da te, sono state assunte quattro persone nuove". Certo è che, per noi che ci spostiamo a piedi e facciamo poca spesa per volta ogni giorno, quelle casse sono una manna dal cielo.
21 luglio – aspettative Tra quattro giorni si rientra. Già so che verrò sommersa da una valanga di mail, sia al mio indirizzo personale che a quello dell’Agenda delle mamme. In realtà lo spero, vuol dire che le cose stanno funzionando, che i visitatori non si sono addormentati mentre io ero in vacanza. Ad essere sinceri, mi aspetto di trovare un consistente numero di mesaggi di posta elettronica di persone che mi chiedono di fare pubblicità sul mio sito. Attendo anche l’oracolo di Google Analyitcs che mi dice che nelle ultime settimane il sito ha raggiunto numeri da capogiro. E per rafforzare la mia convinzione e siccome non si finisce mai di lavorare, stamattina, a quattro giorni dal nostro rientro, ho lasciato mucchietti di cartoline di presentazione de L’agenda delle mamme in svariati punti strategici di questa amabile località balneare. 23 luglio – dies irae Domani partiamo e, come nella migliore delle tradizioni, a un giorno dal rientro dalle vacanze, il dies irae arriva anche per la famiglia B. Oggi A la piccola si è fatta venire una crisi isterica perchè, dopo aver scartato la sua fetta Kinder Paradiso, ho osato tagliarne una fettina col coltello per aiutarla a mangiare la sua merendina. Non l’avessi mai fatto. Se non fosse intervenuto il mago G a placare la rabbia di quell’esserino incavolato e urlante in cui si era trasformata la mia secondogenita, avrei sbriciolato con una manata sul tavolo tutto quello che restava di quell’accozzaglia di pan di spagna, crema la latte e zucchero a velo. Poco dopo, non paga ed evidentemente non ancora del tutto decompressa, A la piccola, ha scagliato a terra il riduttore per il water. Il motivo: sua sorella maggiore le aveva detto che ormai lei è grande e, per fare pipì non vuole più tra i piedi il riduttore "preferisco fare come i grandi". Avverto e metto in guardia le aspiranti o quasi madri: sappiate che episodi come quelli appena descritti, specie se in sequenza, possono definitivamente compromettere l’esito di una giornata di vacanza. Sono serissima, io vi ho avvertite. A me, in questi momenti, torna in mente la mamma di una mia cara amica d’infanzia che, quando ha saputo che anche il mio secondo parto avrebbe generato una figlia femmina, mi disse "Due figlie femmine? Ora sono c…. tuoi!".

venerdì 31 luglio 2009 paola ha scritto: condivido tutto, ma assicuro che anche l’accoppiata figlia femmina-figlio maschio è DEVASTANTE!!!

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