Il diario

Il Chiquito e il coccodrillo

Il Chiquito era il moroso peruviano delle zia S. Il giorno in cui la mamma e il mago G si sposarono, Chiquito partecipava già da qualche tempo alla vita della famiglia B: suonò la canzone d’amore nel momento della comunione e regalò il suo cd appena inciso a tutta la compagnia della mamma e del mago G, che ne fecero la colonna sonora della vacanza estiva in Corsica. A quel tempo A la grande era già nella pancia della mamma. Il Chiquito era nato nello stesso giorno e nello stesso anno della zia S, era un ragazzo bello, carismatico, tenero e decisamente portato per la musica e il canto. Infatti in Perù era un personaggio affermato, la star nazionale di questo complicato paese latinoamericano, il leader del gruppo. Tutt’ora, andando su youtube e digitando il suo nome (quello vero), appaiono numerosi filmati di esibizioni in pubblico del Chiquito: concerti in stadi strapieni di fans, registrazioni di puntate di trasmissioni televisive di intrattenimento peruviane, jam session di fascino indiscutibile. Il Chiquito adorava i Beatles e scriveva e suonava della musica che in Europa avrebbe avuto sicuramente molto successo, con uno stile sicuramente "esportabile" e testi di una bellezza sorprendente. Siccome però il Chiquito non si sentiva fino in fondo di farsi esportare dalla zia S qui in Europa e siccome la zia S era stufa marcia di vivere in Perù a suon di concerti, pan y mantequilla, papas a la huancaina e Machu Picchu i due si sono lasciati. La zia S ora vive in Spagna, è professionalmente molto soddisfatta ed è quasi riuscita ad archiviare per sempre e senza rimpianti la storia con il Chiquito. Non fosse per il Cocco. Quando nacque A la grande il Chiquito comprò per lei un coccodrillo di peluche verde e giallo, che da quel momento trovò un posto vita natural durante nel letto della devotissima padroncina mia primogenita. Non credo ci sia stata una sola notte o un solo pisolino pomeridiano in cui il Cocco sia mancato all’appello. La pena inflitta a noi genitori se dovessimo mai dimenticarci il Cocco sarebbero sicuramente pianti inconsolabili e insonnia per tutti. Tuttavia, da quando il Chiquito è rimasto in Perù e lei è tornata vicino a noi (a confronto con il Perù qualunque meta è vicinissima), la zia S tenta di corrompere A la grande con qualunque altro pupazzo o peluche, nella speranza che la nipotina si decida ad archiviare l’argomento Cocco per sempre. Ovviamente ogni sforzo è vano, perchè non c’è niente di più tenace di un bambino piccolo attaccato al proprio oggetto transizionale. Ora il Cocco comincia ad essere un vecchietto, è sbiadito, un po’ lercio, tre zampe su quattro sono state ricucite almeno un paio di volte e lungo la giuntura laterale (tra la pancia e la schiena) ci sono fili che non dicono nulla di buono. Ma durerà ancora e la zia S deve rassegnarsi. Magari potremmo regalare noi a lei un altro Cocco gemello già dotato di spilloni per rito vudù. Magari funziona.

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