Il giornale

Gli alunni della scuola Carducci imparano a conoscere la verdura

Ai bambini di città serve, oltre all’inglese e all’informatica, anche scoprire che le verdure non crescono tra i banchi del supermercato.

C’era una volta l’economia domestica a scuola. Oggi invece alcune scuole hanno pensato che ai bambini di città serve, oltre all’inglese e all’informatica, anche scoprire che le verdure non crescono tra i banchi del supermercato. E’ nato così il progetto orti didattici dell’associazione Amici degli Orti Assi San Paolo che va avanti da alcuni anni: un ponte generazionale, un modo per gli ortolani di tramandare il loro sapere su piante e frutti e per i bambini di giocare con la terra e l’acqua, imparando i segreti della natura. Ieri pomeriggio una quarantina di bambini delle classi seconda D ed E della scuola  Carducci sono arrivati agli orti di via Assi San Paolo accompagnati dalle maestre, si sono divisi a gruppetti. Mentre le maestre sorvegliavano, gli ortolani Gilberto Garavaglia e Santino Pelizzoli, Nello Cacciani, Pierino Gavana, Lino Caserio e Luisa Arvani armati di teli di plastica, piantine, terricico e vasi hanno aiutato i bambini nell’impresa del giorno: il trapianto di basilico e peperoncino. «Prima di iniziare a trapiantare i bambini hanno voluto controllare quello che avevano seminato lo scorso autunno: fave, cipolle, carote, ravanelli», racconta Nello Cacciani. I bambini hanno diligentemente controllato il progredire delle fave ormai verdeggianti, e poi hanno messo le mani nella terra e preparato i loro vasetti. Ma non prima di aver controllato gli innesti e fatto mille domande sul perchè si mettano le melanzane sulle piante di pomodoro. Luisa Gallandra insegna italiano alle due classi giardiniere per un giorno e racconta: «I bambini ricordano sempre tutto di queste giornate nell’orto, anche a distanza di tempo. E’ un’attività che si lega direttamente alla didattica: a quest’età è importante spiegare scienze con l’esperienza. Inoltre molti di loro hanno poche occasioni di stare a contatto con la natura». Questi scriccioli di sette e otto anni dopo aver trapiantato le loro piantine hanno attaccato un’etichetta e muniti di sacchetto, se la sono portati a casa per curarla durante la bella stagione. La presidente dell’associazione Luisa Arvani commenta: «A quest’età sono ancora piccoli, sono curiosi su tutto e pasticciano, a volte non sanno proprio come trattare le piante. Ma imparano». Continua l’insegnante: «L’attività nell’orto è anche un modo di imparare a stare insieme e lavorare in gruppo: sono bambini che litigano sempre, e difficilmente stanno in compagnia».

(fonte: la Provincia Pavese del 3 giugno 2009) 

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