Il giornale

Una speranza per i prematuri

Al San Matteo nuovo macchinario per le retinopatie.

Si aprono nuove prospettive per i bambini nati prematuramente, che accusano problemi di retinopatia. Ad offrirle è una macchina, la Ret Cam 3 apparecchiatura che si avvale di una tecnologia di ultima generazione e trova applicazione clinica nella diagnosi, terapia e follow-up di molte patologie oftalmologiche in ambito pediatrico. Grazie a un’importante donazione della Fondazione Banca del Monte di Lombardia, il modello più avanzato attualmente in commercio è stato acquistato ed è in funzione alla Clinica Oculistica del San Matteo, unico caso in Italia. “Grazie all’utilizzo di questa apparecchiatura – spiega il professor Paolo Emilio Bianchi, direttore della Clinica Oculistica del San Matteo – la nostra capacità diagnostica nei confronti della retinopatia del prematuro si è notevolmente potenziata, con una ricaduta fortemente positiva sulla gestione terapeutica della malattia.

Prima dell’impiego di questa nuova tecnologia, il trattamento era fondato esclusivamente sul giudizio clinico. Ora, non solo il quadro retinico e lo stadio della malattia sono documentabili con il rilevamento digitale delle immagini, ma è possibile ottenere informazioni del tutto esclusive ed esaustive sul grado e sulla evolutività della vascolarizzazione retinica mediante un’analisi fluorangiografica, vale a dire un’angiografia retinica con mezzo di contrasto”. Ad oggi già diversi piccoli, ricoverati in Patologia Neonatale sono stati sottoposti a questo esame. Negli ultimi due mesi sette bambini prematuri ad altissimo rischio (età gestazionale inferiore a 25 settimane, peso alla nascita tra 450 e 600 gr) hanno utilizzato la Ret Cam 3 e cinque di loro, affetti da una grave retinopatia, che avrebbe potuto portare al distacco di retina e anche alla cecità, sono stati trattati con la fotocoagulazione laser.

«L’esame fluorangiografico – prosegue Bianchi – è stato fondamentale nella diagnosi tempestiva di recidive della Rop e ha permesso di pianificare al meglio il timing e la sede del trattamento fotocoagulativo. Anticipare i tempi ci ha permesso di fare un trattamento più leggero, più sicuro e più mirato, migliorando sia la prognosi anatomica che funzionale della retinopatia. L’introduzione di tali procedure, rese possibili solamente con l’utilizzo di questa apparecchiature, ha segnato una nuova e importante tappa nel percorso di innovazioni clinico-diagnostiche e terapeutiche del nostro centro».

(fonte: il Giorno del 4 ottobre 2009)

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