Il giornale

Anche al San Matteo di Pavia si potrà partorire in acqua

Boom in sala parto al San Matteo di Pavia e dal 2010 ci sarà anche il parto in acqua con le liane come nell’ospedale di Lodi.

Sono oltre 1.800 le mamme che hanno scelto il policlinico San Matteo per far nascere i loro bambini nel 2009. «Da due anni si è invertita la tendenza e il Policlinico è tornato ad attrarre le partorienti – conferma Arsenio Spinillo, primario della clinica ostetrica-ginecologica – Questi numeri non si vedevano dagli anni Settanta».

Al blocco parto del San Matteo si lavora senza sosta. Anche senza il boom di nascite della notte della prima nevicata, il policlinico mantiene gli stessi parti del 2008 mentre, afferma Spinillo, «la crisi fa nascere meno bambini in tutto il paese». Provincia di Pavia compresa: nel 2008, secondo i dati dell’Asl, sono nati 4.600 bambini, quest’anno si stima un leggero calo. Ma non al S. Matteo, dove il 20 per cento delle neomamme è ormai straniera da qualche anno.

«Abbiamo registrato anche un rilevante aumento dei casi a rischio – spiega Spinillo – La media italiana è di 1,5 casi su 100, a Pavia è cinque volte di più». Come mai? «Perché siamo un centro di terzo livelo con la possibilità di trattare anche le patologie neonatali, e gli ospedali periferici ora preferiscono il trasporto della madre prima del parto piuttosto che quello del neonato». Il problema sono i limiti strutturali: «La patologia neonatale è sempre piena – prosegue Spinillo – Riceviamo ogni settimana casi dalle cliniche milanesi Mangiagalli e San Paolo e quest’anno per la prima volta abbiamo trasferito due donne a rischio perché non bastavano i letti di rianimazione neonatale».

Soffia un vento di cambiamento in sala parto: le donne preferiscono l’epidurale e si è dimezzato il ricorso al taglio cesareo. «Un terzo delle donne richiede l’epidurale, è una delle percentuali più alte della Lombardia» spiega Spinillo. Il servizio di analgesia è infatti garantito 24 ore su 24 e l’anestesista è integrato nell’equipe: un’idea dei primari di Ostetricia e Rianimazione II (Giorgio Iotti), in collaborazione con il responsabile dell’unità di anestesia presso la ginecologia Giovanni Coven.

Chi può chiedere di essere sottoposta all’epidurale? «Possono chiederla tutte, salvo la presenza di controindicazioni mediche come emorragie, patologie della coagulazione, problemi a carico della colonna» spiega Spinillo. In provincia è il 40% delle donne a chiedere il taglio cesareo, ma al San Matteo la percentuale è addirittura inferiore, intorno al 34%. «E’ un dato più che ragionevole, soprattutto se teniamo conto del numero di patologie che trattiamo ogni anno – continua Spinillo – Nel nostro reparto le partorienti vengono informate dei pro e dei contro dell’operazione». E i tagli cesarei su richiesta, ovvero senza particolari necessità di tipo clinico ma per scelta della donna, sono in leggera crescita: non superano comunque il 5% del totale.

Tante le novità in arrivo per il 2011, quando tutto il reparto verrà spostato nel nuovo edificio: «Si potrà partorire in acqua o utilizzando le liane – assicura Spinillo – senza contare che le stanze e i bagni saranno dotate di nuovi confort». Per avere a disposizione le più fantasiose modalità di parto non sarà dunque più necessario andare fino all’ospedale di Lodi. E già quest’anno il gruppo di ostetricia parteciperà a due corsi di formazione sul parto in acqua.

(fonte: la Provincia Pavese del 23 dicembre 2009 – autore: Anna Ghezzi)

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