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Il telelavoro: una risorsa per mamme e bambini

Ogni anno, per raggiungere l’ufficio, gli europei perdono 39 giorni lavorativi. Un tesoretto che potrebbe trasformarsi in tempo libero grazie al telelavoro. Soprattutto per mamme e bambini.

Il telelavoro è un’opportunità di benessere sociale, fisico ed ambientale: oltre alla conseguente riduzione dei veicoli in movimento sulle strade, si otterrebbe una diminuzione sensibile dei costi per le aziende che potrebbero, almeno parzialmente, essere indirizzati nel monte salario. Secondo i lavoratori italiani, il lavoro flessibile produrrebbe effetti importanti sui livelli di occupazione – favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro e la conservazione di quelli esistenti. Il tempo non più impiegato per spostarsi per il tragitto casa/lavoro-casa risulterebbe dedicato alla famiglia per il 56%, al relax (45%) e anche per lavorare di più (21%). Permetterebbe di gestire meglio gli impegni di vario tipo – quelli medici ad esempio – e di lavorare in modo più soddisfacente e felice.

I benefici del telelavoro sono ormai una certezza negli Stati Uniti, dove multinazionali quali CiscoSystem e Sun Microsystems hanno adottato questa nuova modalità con risultati sorprendenti: oltre 10 milioni di dollari risparmiati in benzina, 47mila tonnellate di Co2 immesse in meno nell’aria, un miglioramento di circa il 70% della qualità del lavoro, e un conseguente aumento della produttività. Senza dimenticare gli evidenti vantaggi in termini di postazioni (spazi fisici) e costi annessi (luce, infrastrutture, ecc…) – tra il 30 e il 70%. Nel nostro Paese, tuttavia, le potenzialità legate alla flessibilità del telelavoro restano perlopiù inespresse: per pigrizia si tende a considerare mansioni di tipo impiegatizio e manageriale gestibili e applicabili unicamente in azienda.

Tali potenzialità sarebbero di enorme utilità soprattutto per le donne, specie per le mamme, che da forme di lavoro quali, appunto, telelavoro, job sharing, flessibilità orari, otterrebbero opportunità organizzative importanti (si pensi alle necessità familiari) senza penalizzare la qualità del proprio operato. A livello aziendale e anche amministrativo nei vari livelli degli Enti, queste politiche dovrebbero essere premiate e incentivate (come è già avvenuto, ad esempio, nella Provincia di Bolzano), al fine di:

– migliorare l’efficienza e la flessibilità operativa dell’Azienda/Ente;

– far crescere il livello di soddisfazione degli impiegati, consentendo una migliore qualità della vita, grazie a una maggiore autonomia, una più efficace organizzazione del proprio lavoro, una distribuzione tra lavoro e tempo libero più adatta alle esigenze del singolo, e, di conseguenza, un calo del livello di stress.

La soluzione del telelavoro "sposta" il luogo "organizzativo" di lavoro presso la sede del lavoratore, ma lo mantiene all’interno di una struttura, fisica ed informatica, strettamente "aziendale". I prerequisiti tecnologici necessari sono assolutamente elementari. Facilmente reperibili già ora in moltissime abitazioni e comunque normalmente forniti dall’azienda. I vantaggi? Crescita della produttività individuale, registrazione di un minore ricorso a giorni di malattia o alla richiesta di permessi; gestione più efficiente degli spazi d’ufficio, una riduzione del traffico urbano, (anche quando non nevica) direttamente proporzionale al numero di telelavoratori coinvolti. Se a questo tipo di opportunità si aggiunge la sperimentazione del car pooling – l’auto condivisa – con, per esempio, l’aiuto delle figure professionali di nome mobility manager (coordinatore degli spostamenti dei dipendenti), come previsto in diversi casi per Legge, rapidamente, almeno in parte, raggiungeremmo risultati di benessere oggi impensabili.

(Fonte: Finanza in Chiaro.it – articolo tratto da AAM Terra Nuova)

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