Il giornale

Oltre 200 telefonate per Mohamed

L’appello in arabo ieri in tv. Contatti anche dalla Francia Si cerca un donatore di midollo osseo per riuscire a salvarlo.

Oltre duecento telefonate, da tutta Italia ma anche dalla Francia, per aiutare il piccolo Mohamed, che spera in un donatore di midollo osseo, l’unica sua possibilità per salvarsi da una malattia genetica rara. Ieri l’appello in arabo alla trasmissione «Mattino 5» ha fatto squillare ancora di più i telefoni dell’ospedale San Matteo, che ha in cura il piccolo da tre anni.

Messaggini, telefonate da Napoli, Catania, Bari, Milano, Pavia e provincia, la Francia. Solo per citare alcune delle località da cui sono arrivare le chiamate. Chiedono tutti come aiutare il piccolo Mohamed. «Basta recarsi in un centro trasfusionale di un ospedale italiano o straniero, o in una sede dell’Avis – spiegano dal San Matteo – la cosa fondamentale è chiedere di essere iscritti nel registro nazionale di donatori di midollo osseo». Non basta fare il prelievo del sangue, bisogna chiedere l’iscrizione al registro a cui hanno accesso tutti gli ospedali. Una pratica che non costa nulla.

«L’intervento non è invasivo – spiegano dal Policlinico – viene fatto in anestesia, in day hospital». La malattia genetica di cui soffre Mohamed è grave e rara, la sua famiglia non è compatibile al cento per cento. Per questo l’ospedale ha lanciato l’appello. Che ieri è stato mandato in onda anche in arabo dalla trasmissione di canale 5. In tanti hanno anche chiesto come aiutare economicamente il piccolo. Così è stato comunicato il conto corrente della famiglia, intestato a Sami Bel Karoui, Banca popolare di Sondrio, agenzia di Pavia, Iban: IT53I0569611300000020552X19.

L’ospedale ha contattato numerose moschee, l’associazione Donne marocchine di Milano, per riuscire a mettersi in contatto con la comunità tunisina, «in quanto risulta più facile trovare un donatore nel suo stesso ceppo etnico», spiegano ancora dall’ospedale, che ricorda il numero da contattare: 0382 501087. (ma.br.)

(fonte: la Provincia Pavese del 23 marzo 2010)

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