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Mortara, alunni prodigio dell’informatica

Il 21 maggio gli studenti della 5ª C rappresenteranno la Lombardia a Roma, la scuola elementare Olivelli vince la fase regionali delle speciali olimpiadi.

Eccellenze in vetrina della Teresio Olivelli di Mortara: la classe della 5ª C della scuola primaria ha infatti vinto la fase regionale delle Olimpiadi di informatica, che si sono tenute dopo le vacanze di Pasqua, ed ora andrà a Roma alle fasi nazionali. Un risultato importante, che premia l’ottima preparazione da parte delle insegnanti della classe, Amanda Trovò e Franca Calvi.
 E’ stata in particolare Amanda Trovò a preparare i ragazzi, che adesso accederanno alla fase nazionale, che si disputerà il 21 maggio a Roma. La Teresio Olivelli rappresenterà tutta la Lombardia: un compito importante, per una realtà piccola come Mortara. «Alla notizia della vittoria – spiega la dirigente Maria Teresa Barisio – l’insegnante piangeva addirittura. Come scuola comunque siamo strabiliati da questo successo, che non ci aspettavamo. Si tratta infatti di prove molto difficili, i bambini sono stati preparati a lungo dagli insegnanti. Alla competizione hanno preparato tre squadre, delle quinte». Una scelta che punta sulla complessità del mondo della scuola: «E’ opportuno infatti lavorare anche sulle eccellenze. Facciamo molto per il recupero, ma questo dimostra che operiamo a vari livelli. In questo caso sono stati scelti bambini particolarmente dotati per la matematica: avevano a disposizione un periodo di tempo limitato per risolvere un problema con il mezzo dell’informatica, anche se i quesiti riguardano anche la logica e altre materie». La squadra si chiama “Yellow Pecora”, ed è composta da Rebecca Labò, Andrea Galuzzi, Arianna Scainelli e Giuseppe Vitale. Le difficoltà sono confermate anche dall’insegnante, che racconta come i 20 quesiti che hanno risolto i ragazzi appartenevano sia all’area logico-matematico-scientifica che a quella linguistico-storico-geografica. «Per noi è stata una grande soddisfazione – spiegano le docenti – per tutti i nostri ragazzi». E la dirigente aggiunge: «Questo è stato anche un modo anche per apprendere il lavoro di squadra».

(fonte: la Provincia pavese del 22 aprile 2010 – autore: Simona Marchetti)

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