Il giornale

Non chiudeteci il Pesciolino Rosso

Decine di mamme in Comune con i loro bambini. Il servizio esiste da 12 anni, costa 100mila euro. L’assessore dice: «I soldi serviranno per aprire un micronido con 20 posti»

Vanessa tiene in braccio Giuliano, 13 mesi. E’ una mamma del Pesciolino rosso, come lei tante sono arrivate in Municipio con i loro bambini per protestare contro la chiusura di un servizio definito dall’amministrazione «un lusso». Un servizio che sarà chiuso. Il Pesciolino rosso sarà chiuso. Un servizio, all’interno della materna Santa Teresa, con 53 iscritti e due educatrici, che costa 100mila euro. Queste risorse saranno destinate ad aprire una sezione di micronido per 18-20 bambini al Vaccari. Questo il riassunto di quanto spiegato ai genitori durante la commissione istruzione di ieri pomeriggio. Genitori che hanno invaso il Municipio con i loro bambini per far capire l’importanza del servizio. La decisione della chiusura sarà definitiva a fine maggio, termine dato dall’assessore Rodolfo Faldini per poter discutere con le famiglie e trovare eventuali alternative. Si aprirà un tavolo di confronto. Ma, o si taglieranno altrove quei 100mila euro oppure la proposta di un’autogestione dei genitori non basterà a dare l’alternativa. Eppure le mamme credono in questo progetto nato 12 anni fa. Vanessa Tolia è greca e a Pavia non ha i genitori a darle una mano: «Le educatrici mi sono state d’aiuto – dice – ed è anche un modo per tante mamme straniere per integrarsi». La solidarietà è arrivata anche dai non iscritti: 730 le firme raccolte. «E’ stato importante con il primo figlio – dice Michela Villa – c’è il sostegno di persone competenti. Abito a Pavia da molti anni, ma sia io che mio marito non abbiamo i genitori qui, questo è un servizio che migliora la qualità della vita». Federica Bartolini ha due bimbi iscritti, Alice 2 anni e mezzo e Edward. «E’ un momento di aggregazione che aiuta le mamme sole – spiega – non ci sono servizi simili». «L’alternativa sarà iscrivere i nostri figli al nido, aumentando così le liste d’attesa», dice Lea Siani, tre figli. Flora e Antonio sono venuti insieme in Municipio per la protesta. I loro figli, Camilla e Federico, sono “pesciolini”. «Le maestre ci hanno indirizzato nei momenti importanti – spiegano – ti danno consigli su tutto, dall’allattamento ai rapporti tra genitori». «Le mamme si sentono sole, ti insegnano a non sentirti inadeguata», dice Chiara Capello. «Il problema è che a Pavia – dice Irene Cusmà – non ci sono alternative». In un Municipio invaso dai bambini le famiglie hanno provato a farsi sentire. Non si arrendono, anche se la decisione sembra ormai presa.

(fonte: la Provincia Pavese del 24 maggio 2011 – autore: Marianna Bruschi)

IN COMMISSIONE
Ci sarà un tavolo di confronto insieme ai genitori
 
L’assessore all’istruzione Rodolfo Faldini parte dai numeri. Dai 53 iscritti al Pesciolino Rosso ai frequentanti, 10-12 bambini al giorno divisi su tre turni. Sull’altro piatto della bilancia ci sono 385 posti negli asili nido in città e, ad oggi, 70 bambini in lista d’attesa. Dalle rette del Pesciolino arrivano 10mila euro a fronte di un costo di 100mila euro. «Entro la fine di maggio voglio chiudere, se esistono soluzioni diverse non pongo ostacoli – ha detto Faldini – ma l’amministrazione è determinata a perseguire questa economia per rispondere alla richiesta di posti negli asili nido. Per come stanno le cose, dal punto di vista del personale e delle risorse, non lo manteniamo aperto». Il Comune ha carenza d’organico, mancano sei educatrici. «Io preferisco spendere queste risorse in altro modo, creando una sezione di micronido al Vaccari – ha aggiunto l’assessore – anche se considero il Pesciolino Rosso un servizio ottimo, un’eccellenza che per dodici anni è stata di supporto alla genitorialità». I genitori hanno portato le loro proposte. «Si potrebbero coinvolgere i comuni limitrofi per sovvenzionare il servizio – hanno spiegato le mamme in commissione – e provare a chiedere l’aiuto di volontari. Noi genitori siamo disposti a dare una mano». Il problema è il personale. «Il tempo per le famiglie (così viene chiamato il Pesciolino Rosso, ndr) non è né uno spazio gioco né uno spazio autogestito – ha spiegato Paola Livraghi, pedagogista del Comune e coordinatrice del progetto – richiede personale con professionalità che il Comune non è più in grado di garantire». Le mamme hanno chiesto un tavolo per aprire un confronto e l’assessore si è detto favorevole. Anche se i tempi sono stretti. Dall’opposizione presente in commissione istruzione un’altra proposta: «Convochiamo una commissione congiunta bilancio e istruzione – ha detto Davide Ottini, consigliere comunale Pd – per vedere se questi soldi, che nel bilancio sono spesa corrente, possono essere recuperati da altre voci».

(fonte: la Provincia Pavese del 24 maggio 2011 – autore: Marianna Bruschi)

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