Il diario

A come Anarchia

Ci sono momenti nella vita di un genitore (parecchi, a dire la verità), in cui ci si domanda quale sia il modo più giusto per educare i propri figli, pensando che un giorno saranno persone nel mondo. Il dilemma più grande, seppur apparentemente banale, è quello che contrappone le due correnti canoniche: imposizione o totale libertà di autogestirsi? Tra i due estremi ci sono le vie di mezzo dette anche "mezze misure", "giusti compromessi", "giusto mix", chiamatelo come volete, che prende ora da una ora dall’altra corrente. Ed è lì che il buon senso porta il genitore medio. Ma è anche lì che ci si incasina parecchio. Perché dosare gli ingredienti per arrivare a questo famigerato "giusto mix di imposizione e libertà" è la parte più difficile del mestiere di genitore. E però, a un certo punto, bisogna darsi dei punti di riferimento, costanti e coerenti. Come dire: dei principi a cui ispirarsi sempre e comunque, ogni volta che non sappiamo bene come comportarci. Se non non ce la caviamo più. Ognuno cerchi i propri. La Mamma girovagando nel web alla ricerca di tutt’altro si è imbattuta nei "principi di base dell’anarchia", sviluppati dalle scuole anarchiche sul modello della "escuela moderna" razionalista di Francisco Ferrer (Barcellona 1901). Non è che un esempio come tanti, ma come tale va preso in considerazione. Mettete da parte il rifiuto che sicuramente in parte di voi il termine "anarchia" (tradizionalmente impopolare nella nostra cultura e società) susciterà, e leggete qui.   Principi di base dell’anarchia

  • antiautoritarismo, ovvero il rifiuto del principio dell’autorità, il rifiuto del comando e dell’essere comandati
  • libertà, ovvero libertà da ogni rapporto di dominazione, sia individuale che sociale libertà di sviluppare la propria personalità. La libertà altrui che feconda la propria.
  • solidarietà, come strumento per una socialità aperta, senza competizione
  • rifiuto della delega come strumento di azione diretta, intervento e condivisione responsabile
  • individualismo come punto di partenza della socialità e quindi fonte di rispetto, salvaguardia e sviluppo delle singole attitudini, diversità, esperienze
  • coerenza tra mezzi e fini come metodologia antiautoritaria
  • autogestione come formula organizzativa
  • organizzazione orizzontale non gerarchica basata sulle diverse capacità ed accordi e non su imposizioni o comandi
  • uguaglianza nella diversità, ovvero uguali possibilità di sviluppo delle diversità dei singoli

E adesso alzi la mano chi non è d’accordo sul fatto che siano almeno delle belle idee.

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