Il giornale

A Pavia arriva il Buono Famiglia della Regione per famiglie in difficoltà

Arrivano 1.300 euro, aiuto a chi è senza lavoro.

Un contributo di 1300 euro all’anno per le famiglie che si sobbarcano la retta di una casa di riposo o di una struttura per disabili. E che hanno un figlio con meno di diciotto anni (in questo caso l’indicatore di reddito familiare non deve superare i 22mila euro) o versano in una situazione di grave disagio economico (disoccupazione, mobilità, cassaintegrazione ordinaria, straordinaria e in deroga).

Per chiedere il Buono Famiglia della Regione – che ha messo a disposizione complessivamente 17 milioni di euro – c’è tempo fino al 5 marzo. E’ possibile avere informazioni telefonando al numero verde dell’Asl di Pavia 800-034933 o presentandosi agli sportelli di Pavia (viale indipendenza), Voghera (viale Repubblica) e Vigevano (viale Montegrappa) lunedì, martedì e giovedì dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 16, mercoledì dalle 9 alle 16 e venerdì dalle 9 alle 12.30.

 Tra gli altri requisiti c’è la residenza in Lombardia e il ricovero di un familiare in una struttura del territorio regionale.

«E’ un sostegno che si affianca a quelli sulla maternità, sui ticket e sulle cure odontoiatriche – spiega il direttore generale dell’Asl Simona Mariani -. Si tratta di agevolazioni che possono essere cumulate, l’una non esclude l’altra». Ci sono ancora, tra l’altro, fondi residui per chi ha più di 4 figli e per mettere a norma le badanti. «Non sono stati esauriti tutti i fondi messi a disposizione per il 2009 – spiega Giancarlo Iannello, direttore sociale dell’Asl -. Il Buono invece si rivolge a un target diverso, più legato alla situazione contingente di grave crisi economica».

Nel 2009 per il Buono Famiglia furono investiti 23 milioni, destinati a chi aveva almeno tre figli minori, di cui uno di età conpresa tra zero e sei anni. «Su 723 domande presentate ne sono state accolte 654 – spiega Giovanni Bernardini, responsabile dell’inserimento lavorativo dei disabii -. A dicembre sono stati riaperti i termini per la presentazione della documentazione perché c’erano ancora fondi disponibili. E noi dell’Asl abbiamo contattato le famiglie che nei mesi precedenti, per mandanza di alcuni requisiti, erano state escluse. Ne sono state riammesse 50». (m.g.p.)

(fonte: la Provincia Pavese del 26 febbraio 2010)

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