Il giornale

A Voghera la riforma Gelmini è bocciata dalle famiglie

I dati delle richieste ai circoli didattici parlano chiaro: a chiedere il modulo di 24 ore sono solo pochissimi genitori.

«Il maestro unico come il medico condotto o il farmacista di paese, garante della sicurezza e della continuità»: a novembre il ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini presentava così una riforma della scuola elementare appena varata. Quattro mesi dopo, sono le famiglie a bocciare la riforma. I dati delle richieste ai circoli didattici parlano chiaro: a chiedere il modulo di 24 ore, a scuola solo la mattina con il maestro unico, è uno sparuto drappello di mamme e papà. La stragrande maggioranza sceglie il tempo pieno o il modulo su 30 ore settimanali che assicura il rientro pomeridiano almeno fino alle quattro del pomeriggio. Ma basteranno gli insegnanti a garantire il tempo pieno chiesto dalle famiglie? Per il momento la direzione scolastica provinciale riesce a garantire soltanto le 294 classi elementari a tempo prolungato dell’anno scolastico che si chiuderà a metà giungno.  Alle famiglie che devono iscrivere i figli alla prima elementare, la riforma Gelmini dava quattro posibilità: un modulo di 24 ore settimanali con un “maestro prevalente” per lezioni solo la mattina dal lunedì al venerdì, oppure moduli da 27, 30 o 40 ore settimanali, sempre dal lunedì al venerdì, ma con rientri pomeridiani differenti, e la possibilità di far fermare i bambini alla mensa scolastica.  I moduli didattici con più ore, ovviamente, non prevedono il cosiddetto maestro unico, ma un pool di insegnanti a garantire la copertura di tutte le ore.  E il maestro unico è quello che piace meno alle famiglie che iscrivono un figlio a scuola per la prima volta. I dati non sono ancora completi, ma il trend è chiarissimo. Al Primo circolo didattico di Voghera il 50.7 per cento delle famiglie ha scelto il tempo pieno, e il 40.7 per cento il modulo di 30 ore.  Soltanto l’1.4 per cento e il 7.2 per cento hanno scelto, rispettivamente, il modulo di 27 ore o la formula del maestro unico. Dati ancor più netti al Secondo circolo di Voghera (che comprende anche le scuole di Casei Gerola e della frazione Oriolo) dove 62 famiglie hanno scelto il modulo di 30 ore, 25 il tempo pieno a 40 ore, soltanto due il modulo ridotto di 27 ore e nessuna il maestro unico.  Una sola scelta per il maestro unico all’istituto comprensivo di Rivanazzano (che riunisce le scuole di Rivanazzano, Godiasco, Salice e Retorbido) mentre le 30 ore hanno raccolto 69 richieste e il tempo pieno 15. Situazione identica all’istituto comprensivo di Varzi: 32 preferenze per il modulo didattico a trenta ore, 7 per il tempo pieno a quaranta ore, una sola per il modulo a 27 ore e nessuna per il maestro unico. Non si distanzia molto Broni dove le richieste di modulo mattutino con maestro unico sono state solo 5, a fronte di 50 richieste di tempo pieno, 30 di modulo a 30 ore settimanali e 15 a 27 ore. Ma perchè le famiglie preferiscono il tempo pieno o, comunque, il rientro pomeridiano dei figli a scuola?  Più che le ragioni didaddiche, pare di capire ascoltando il parere degli operatori scolastici, contano le esigenze logistiche di famiglie che vivono un un territorio dove il lavoro è sempre più pendolare.  «Chi è immigrato a Voghera dai paesi dell’hinterland per essere più vicino alla stazione ferroviaria che garantisce i collegamenti con Milano, non ha i nonni vicini a fare da spalla – conferma il direttore del Secondo circolo di Voghera Lucio Garbelli – Da qui parte la richiesta di lasciare i bambini a scuola anche il pomeriggio. Almeno fino a quando i genitori non riescono a tornare a casa dal lavoro»

(fonte: la Provincia Pavese del 12 marzo 2009)

 

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