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Alimentazione

La psicologa risponde: perchè mio figlio si rifiuta di assaggiare nuovi cibi? SCRIVI ANCHE TU!

 

Qundo i nostri figli non vogliono mangiare alimenti specifici, ci stanno comunicando un disagio?

Gentile dott.sa Cassiani,
la ringrazio anticipatamente se mi darà un parere. Sono mamma di un ragazzino di 12 anni. Alto, proporzionato, intelligente (sopra la media, dicono gli insegnanti), ottimo rendimento scolastico, bell’approccio alla prima media in una classe di nuovi compagni, un po’ discolo: in pagella, tra gli otto e i nove, nel primo quadrimestre spiccava un sette in condotta perchè "è educato, ma non sa stare al suo posto". Quel sette ha funzionato: nel secondo quadrimestre il comportamento è decisamente migliorato. Fa sport con costanza, anche se non è particolarmete portato. Gioca a pallone dall’età di inque anni, ha fatto karate per un paio di anni (fino alla cintura verde), a fasi alterne prende lezioni di chitarra. Lo si può definire una "primadonna" da sempre e, come diceva già 9 anni fa la maestra d’asilo, ha bisogno di essere sempre leader: spesso in positivo e, quando non ci riesce, in negativo. Fatta questa ampia descrizione pensando che possa esserle di aiuto, passo al quesito.

Da sempre, Marco mi fa tribulare con il cibo. Da neonato, rimaneva attaccato alla mammella ma non succhiava, per 20 giorni ho usato il tiralatte poi sono dovuta passare al latte artificiale. Svezzamento: patate carote zucchine spinaci sono durate poco. Una alla volta, ha rifiutato ogni verdura. Non ha MAI mangiato frutta, nemmeno le ciliege colte direttamente dall’albero. Ciò che mi preoccupa non è il rifiuto in sè, ma il RIFIUTO DI ASSAGGIARE. Non conosce il sapore di un finocchio, una foglia di lattuga, una fragola, una pesca ecc. Un anno fa, dietro insistenza di assaggiare una ciliegia, l’ha leccata esternamente ed ha esclamato: che schifo!

Accetta storcendo il naso il passato di verdura (minestrone no, ci sono i pezzi…), non prova nemmeno la marmellata fatta da me, di cui peraltro è orgoglioso e che decanta con i suoi amici. Negli anni passati, sottolineando che il pomodoro c’è anche nella pizza e quindi lo può tranquillamente mangiare nella pasta, ha cominciato a scartarlo dalla margherita. Ho provato i fiori di zucca impanati con prosciutto e formaggio: mangia tutto, tranne il fiore. Ultimamente grande passo in avanti: ha scoperto il pollo alla cacciatora, cioè con il passato di pomodoro. Dopo 12 anni sono stressata a tavola, anche perchè Marco pranza lentamente (mio marito ed io arriviamo alla frutta, lui è ancora al primo piatto) specie se qualcosa non gli piace. Ora che è più grande, ho provato a farlo ragionare, ha capito la differenza tra carboidrati (= energia) e proteine (= mattoni del corpo). Ho ricavato poco. Ha assaggiato con diffidenza finocchi e carciofi impanati, ho rinunciato a riproporglieli, troppa fatica.

Insomma, mio figlio è normale o ci sta comunicando un disagio?

Grazie, Maria

Gentile Maria,
le rispondo con piacere perchè la sua domanda tocca una delle questioni più "scottanti" per tutti i genitori, o almeno la maggior parte: il cibo e la corretta alimentazione dei figli.

La sua descrizione di Marco non è stata affatto superflua, anzi, preziosissima. Le dico fin d’ora che non si deve preoccupare. Marco non ha un disagio, anche se evidentemente qualcosa, attraverso il cibo, lo sta comunicando. E’ abbastanza nella norma che i bambini non vadano pazzi per la frutta e la verdura e parimenti che dicano che non piace qualcosa loro sebbene non lo abbiano assaggiato mai. Mi chiedo se in famiglia – lei, il marito o chi si occupa del ragazzo – mangi questi alimenti…A volte non ci rendiamo conto che siamo i primi a non fare cose che ai nostri figli chiediamo di fare.
 
Detto cio’, mi colpisce questo bimbo-ragazzo (beata pre-adolescenza) che è cosi "leader", così "primadonna": vale a dire, quando sono così coerente alle migliori aspettative genitoriali, in che modo posso trovare un mezzo di ribellione che possa comandare io solo e che mi permetta di sentire che "io controllo, io decido, io sono"? Inoltre, il suo esser leader fa sì che non voglia farsi dire cosa e come!

Mi chiedo dunque se attraverso il rifiuto di questi alimenti Marco da una  parte definisca la sua indipendenza e dall’altra vi renda "preoccupati" per lui che altrimenti, già dai 3 anni, è così "giusto" e non richiede attenzioni extra.
 
Mi dica cosa ne pensa, mi piacerebbe poterlo sapere.
 
Se cosi fosse, le consiglierei di non dare più tutte queste attenzioni a quei cibi e vedrà che sarà lui (passato un tempo variabile) ad interessarsi a gusti nuovi.
 
La ringrazio per aver aperto una riflessione su questa tematica.
Cordiali saluti,
Nicoletta Cassiani

SE VUOI UN PARERE PERSONALIZZATO ANCHE TU SCRIVI A:
lapsicologa@lagendadellemamme.it


Chi è "La Psicologa"

Nata a Pavia nel 1975, la dott.ssa Nicoletta Cassiani si appassiona fin da piccola alla psicologia e appena possibile intraprende la formazione specifica che l’ha portata ad essere oggi terapeuta di stampo psicodinamico. Muove le sue prime esperienze nell’ambito del volontariato, con i bambini seguiti dal TM (1991-98) e nell’ambito dell’handicap psico-fisico (2000-09). Nel frattempo consegue la prima laurea in Filosofia con indirizzo Pedagogico, con una tesi sui disturbi del comportamento alimentare (anoressia, bulimia) con la dott.ssa Silvia Vegetti Finzi. A breve segue la seconda laurea in Psicologia, con indirizzo Ciclo di vita e una tesi sulle arti terapie e il disagio psico-fisico e sociale, con il dott. Edgardo Caverzasi e il dott. Dennis Gaita. Si specializza nell’ambito clinico e frequenta la scuola specialistica quadriennale Art Therapy Italiana, di Psicoterapia Espressiva, con indirizzo Arteterapia. Durante gli anni la sua esperienza si consolida in diversi ambiti della clinica psicologica e della età evolutiva, da quello scolastico e formativo a quello sociale, abbracciando quindi differenti fasce d’età e target d’utenza. Da poco mamma, esercita la libera professione (terapia di gruppo e terapie individuali) e collabora con alcune realtà del terzo settore presenti sul territorio, tra cui l’Associazione Psichè, l’Associazione Per fare un albero, la Cooperativa Sociale Progetto Con-Tatto, la Scuola d’Infanzia I Piedini, l’Associazione La Stravaganza e alcune scuole di Pavia e Provincia. Da poco ha attivato il progetto S.O.S. Genitori con incontri domiciliari e progetti sulla famiglia.

 

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