Il giornale

Alle superiori «saltano» 86 cattedre

Il quadro sugli organici delle scuole a piccoli tasselli si compone. Dopo i 33 tagli nelle elementari, ci sono quelli nelle superiori.

A settembre, secondo gli organici di diritto (che quindi andranno completati con quelli di fatto) ci saranno 86 insegnanti in meno in tutta la provincia. Di questi sono 33 quelli che perdono il posto, per numerose classi di concorso. Significa che fino a quest’anno erano titolari di una cattedra e che adesso dovranno tornare ad essere pendolari.  Quelli che perdono il posto sono docenti in soprannumero. Nelle loro scuole “avanzano”, ma sono titolari e non possono essere licenziati. Dovranno chiedere il trasferimento in un’altra sede. Questo però non è semplice. Dei 33 «perdenti posto» ce sono una ventina che difficilmente troveranno una collocazione in provincia. Andranno nella Detrazione organica provinciale (Dop): non avranno né titolarità né sede. «Chi è nella classe di concorso di discipline economico-aziendali non ha grosse possibilità di ricollocazione – spiega Elena Maga, Cisl – Altro esempio: per l’educazione fisica ci sono 82 titolari su 82 posti e un perdente. E poi sono in sofferenza tutti i laboratori di elettronica ed elettrotecnica».  Per molti docenti sarà difficile restare nella stessa città. Un esempio: la cattedra di Lettere. A Pavia i soprannumerari sono due, entrambi al Taramelli. A Pavia però non ci sono posti liberi. La sede più vicina è Broni. Oppure il Galilei di Voghera o l’Omodeo di Mortara. Altro caso: i due insegnanti che saltano al Cairoli di Vigevano (uno di lettere e uno di matematica e fisica) potranno “scegliere” tra Pavia, Broni o Voghera. «La cosa drammatica è che ci sono poche prospettive di rientro – spiega Silvio Torre, Cgil – E poi questi tagli sono fuori dalla riforma». Da dove saltano fuori quindi? «In parte dalla diminuzione di circa 400 alunni, che pensiamo siano andati verso la formazione professionale – dice Torre – Poi c’è l’aumento del numero di studenti per classe e la saturazione delle classi a 18 ore». La decisione infatti è questa: le 18 ore delle cattedre devono essere tutte di lezione frontale. Ma così si va oltre. Esempio: fisica negli istituti tecnici ha 4 ore per classe. Di solito un docente aveva 4 classi, quindi 16 ore in tutto. Le altre due erano a disposizione della scuola. Ora invece, siccome tutte le 18 ore devono essere di lezione, si aggiunge una classe intera (perché la materia non può essere insegnata da due docenti diversi nella stessa classe). Così però si arriva a venti ore, di cui due straordinari. Una situazione che non trova d’accordo Cgil, Cisl e Uil.  «L’impatto è superiore a quello nella primaria – dice Torre – Sono tutte persone che improvvisamente devono andare via e molto probabilmente a 50 anni cominceranno a viaggiare». Marianna Bruschi

(fonte: la Provincia Pavese del 30 maggio 2009)

 

 

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