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Cassintegrati, asilo gratis a Gambolò

A Gambolò chi è in cassa integrazione non paga né mensa né asilo nido per i figli.

Un’iniziativa del Comune per far fronte alle difficoltà che molte famiglie stanno affrontando in questo momento di crisi economica. L’amministrazione locale ha deciso che chi ha perso il lavoro dal settembre 2008, oppure è in cassa integrazione o mobilità, può usufruire gratis della mensa e del nido per i propri figli. La richiesta va fatta portando l’apposita documentazione all’ufficio Servizi sociali e non è necessaria la presentazione della dichiarazione dei redditi.  Si può fare una sola domanda per famiglia e l’esenzione avrà la durata di sei mesi. Questa iniziativa è valida solo per il 2009. E chi troverà lavoro nel frattempo perderà il beneficio. «Si tratta – spiega il sindaco Elena Nai – di una misura per tamponare le difficoltà che molti stanno attraversando in questo periodo».  Non è possibile sapere quanti avranno diritto a questa esenzione, né quante domande potrebbero essere presentate. «Non siamo a conoscenza – continua Nai – di quanti siano i cassintegrati gambolesi, anche perché molti di loro non sono impiegati in ditte della città, ma lavorano nei paesi vicini».  Dai genitori la misura anti crisi è stata bene accolta, anche se sembra una goccia nel mare. Ieri fuori dalla scuola c’erano anche genitori che un lavoro non ce l’hanno da tempo. «E’ una bella iniziativa – dice Alessia Paradiso – e penso che riguarderà molte famiglie. Io non ho lavoro, viviamo con un solo stipendio. Non è facile, visto che a volte sono costretta a portare i figli in mensa». Nella stessa condizione si trova Ilaria Marchini che spiega: «Quando posso cerco di tenere i miei figli a casa a mangiare, ma non sempre è possibile. A volte li porto in mensa. Costa 4,50 euro ed è un costo che comunque incide sul bilancio di una famiglia». Il mese scorso, il Comune aveva varato una delibera in cui stabiliva che le coppie che hanno due o tre figli pagano un buono mensa di costo inferiore per il secondo e terzo figlio. «Anche in questo caso – dice Anna Spanò – il Comune ci dà una mano ma non sempre è sufficiente. Perché si compra un blocchetto di buoni per ogni figlio, invece di uno solo che può essere usato all’occorrenza da entrambi. In un certo senso il prezzo lievita». A giorni, cominceranno ad arrivare le domande di esenzione per i cassintegrati all’ufficio Servizi sociali. A questo proposito ci sono mamme che chiedono rigorosi controlli affinché qualcuno non se ne approfitti. «E’ importante – dice una di loro – che si controlli che chi richiede l’esenzione sia in cassintegrazione e che soprattutto non abbia un lavoro in nero». Andrea Ballone

(fonte: la Provincia Pavese del 12 febbraio 2009)

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