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Chi fa il duro è un pesce lesso

C’è questa cosa che scalda gli animi, nelle chat dei genitori delle scuole. Dalla scuola dell’infanzia (le mie figlie non hanno frequentato un nido, quindi non so, ma suppongo succeda anche lì) alla scuola superiore, statisticamente, ogni gruppo ha la sua fronda aggressiva e partigiana.

Quella di quei genitori (mamme, perlopiù), incarognite con la vita, con certi generi di persone, con certe situazioni spazio-temporali, umorali, astrali ecc… che ti rispondono male. Se fai parte della fronda sbagliata.

“scusate, questa comunicazione è diversa da quella di due giorni fa, perché a me sembra uguale – chiede innocentemente una mamma a caso – non vorrei essermi persa qualcosa

E qui seguono frecciate e rispostacce che nemmeno nelle curve allo stadio la domenica quando si poteva prima del Covid.

no, guardate, chiedevo solo. A volte capita che tra le righe delle comunicazioni sfugga quel particolare, quell’avverbio, quella particella che ribalta il significato della precedente comunicazione, e quindi potrebbe succedere che, ad esempio, cambia l’ordinanza, mio figlio può rientrare a scuola coi compagni, e invece io non ce lo mando perché non ho visto che il “non” della precedente comunicazione non c’era più. Chiedevo solo, per sicurezza. Non potevo? No. Scusate. Non lo farò mai più. Lo prometto”.

Verrebbe da rispondere così. Ingenuamente. Disarmantemente. Qualuquemente. Fingersi scemi, in pratica, stando al tono dei commenti. Scusarsi di esistere.

Ovvio, che se le disposizioni cambiano e la classe di una delle mie figlie potrà rientrare va scuola lo saprò indipendentemente dalla chat della classe (grazie a dio abbiamo relazioni anche al di fuori di essa). Ma per dire. Uno non è che magari, dico così per dire, può rispondere, tipo:

no guarda, la comunicazione è la stessa, solo l’abbiamo ribadita per sicurezza“.

Così, propongo e basta. Una risposta come un’altra. Gentile, educata, cortese, rilassata. Anche se io fossi scema, me la merito una risposta educata. Almeno alla prima. Alla seconda anche. Magari alla terza ci sta un po’ di irritazione. Ma non è questo il caso. Non è quasi mai, questo, il caso.

Allora. Genitori. Relaxatevi. Questo celodurismo nelle chat delle classi ha rotto. E se dovete scaricare le vostre frustrazioni ditelo. Vi ascoltiamo. Che fa più figo ammettere le proprie debolezze, che fingersi dei duri.

Che poi, come dice la mia amica L. , che ha 7 anni, “chi fa il duro è un pesce lesso“.