Il diario

Comparse teatrali e il fuocogesù

<<Mamma perchè tu non hai sposato il principe e il papà la principessa?>> chiede A la grande con la bocca piena di dentifricio. Rispondo con la voce più mielosa che mi riesce <<Ma il papà è il mio principe e io sono la sua principessa>>. Sorriso. Chiuso. Risposta soddisfacente. Vai! Dopo aver conlcuso il rito del pre-addormentamento –  che come di consuetudine si è svolto in bagno con la sequenza mixata pipì-pigiama-denti-mani –  spedisco in camera A la grande ad aspettarmi per la fiaba serale (con A la piccola abbiamo già dato e ora è nel mondo dei sogni da un pezzo). FInisco le mie personali abluzioni e raggiungo in camera A la grande. La scena che mi si para davanti è questa: A la grande è inginocchiata sul tappeto con le mani giunte e ondeggia avanti e indietro pronunciando frasi poco comprensibili, dove però capto qualcosa del tipo <<Prenditi cura di tutti questi figli>>. Al suo cospetto tutti i peluche (sono solo 4 e fanno da seguaci). <<Chi stai pregando amore?>> chiedo incuriosita. <<Il fuocogesù>> risponde la piccola muezim. <<Ah, ho capito…E chi ti ha insegnato a pregare così bene?>> <<Il padre di Mulan, prega così perchè sua figlia non può avere bambini>>. E mentre mi dice l’ultimo pezzo di frase scompare dietro un’anta dell’armadio sghignazzando per il particolare effetto acustico. Va bene – penso – sono quasi le 10 di sera, sto cambiando le lenzuola a questo scomodissimo letto Ikea tanto bello quanto difficile (perchè per rifarlo devi sollevare tutto il materasso), ho una figlia muezim che prega il fuocogesù con quattro peluche muti e immobili per il semplice fatto che probabilmente il padre di Mulan non diventerà nonno e mi manca ancora tutto il rito della fiaba prima di archiviare questa giornata. Cosa dovrà succedere ancora? <<Senta commissario! Hei commissario! Heiiiii!!!!!!!>> A la grande ha cambiato personaggio. Intanto che riflettevo è andata dietro lo specchio ed è uscita dall’altra parte in nuove vesti…<<Sì sì, mi dica – rispondo del tutto ebete – posso aiutarla signorina?>>. <<Guardi…(sospiro da grande) devo affittare la casa di mia figlia. Va beh, adesso la saluto commissario, arrivederci.>> Sbam! Esce da camera sua e sbatte la porta, per rientrare subito dopo nei panni di un altro personaggio. <<Buongiorno marito, oggi ho affittato la casa di mia figlia. Poi dovranno pagare l’affitto>>. <<Chi? – chiedo – chi è che dovrà pagare l’affitto tesoro?>>. <<Gli inquilini. E adesso torno dal commissario>> Sbam, esce di nuovo. (A la piccola ma sei davvero così paziente? Perchè non ti vendichi, non urli e strepiti per tutto questo rumore mentre dormi ???) Blocco A la grande appena rientra in camera pronta a diventare qualcun altro. Adesso si dorme, basta esercizi di stile e monologhi da signorina Else. Nel letto guardiamo una cartolina di Anne Geddes che fa da segnalibro a uno dei nostri libri di fiabe: c’è un bimbo neonato adagiato su un letto di uova colorate. <<Anch’io una volta voglio dormire con intorno tutte le uova colorate, però con dentro anche il tuorlo>>. <<Certo amore. Anzi, facciamo di meglio. Coloriamo le uova con le tempere e ce le mettiamo tutte intorno al letto la sera prima di Pasqua, un po’ come se fosse la vigilia di Natale, solo che invece è la vigilia di Pasqua. Però io le svuoterei, così se per caso si rompono non ci sporchiamo tutti. Va bene?>>. A la grande ha detto che va bene. Io ora mi sono presa questo impegno e lo devo mantenere, perciò se avete delle uova da dipingere (già vuote) fatemi sapere, ve le compro in stock. Questi letti Ikea sono gran belli ma circondarli tutti di uova è un lavoro mica da ridere. Figuriamoci dipingerle tutte, quello è un lavoro da monaci amanuensi. Ok, io lo faccio, però poi fuocogesù sappi che io la mia quaresima l’ho scontata con questo particolarissimo esercizio spirituale.

Se poi, già che ci siamo, puoi aiutare Mulan ad avere dei bambini o almeno ad adottarne uno, l’anno prossimo mettiamo anche A la piccola a dipingere le uova per circondare i nostri letti. In tuo onore.

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