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Corso di formazione in clownterapia: 12, 13 e 14 marzo

«Dentro di voi magari c’è già un clown dottore pronto all’azione. Perchè non farlo uscire?». I nasini rossi arruolati dalla onlus “Viviamo in positivo” sono già sessanta.

Corso di formazione in clownterapia: 12, 13 e 14 marzo

Volontari che, in camice bianco, cappelli colorati, toppe stravaganti, entrano nelle corsie di ospedali e case di cura per strappare un sorriso a chi soffre. A bambini malati e anziani soli. Ora l’associazione cerca volontari e propone un nuovo corso di formazione in clownterapia.

Tre giorni (12, 13 e 14 marzo) a Pavia
per imparare l’arte della clownterapia e cominciare subito l’attività di volontario clown negli ospedali e nei reparti delle strutture sanitarie sul territorio. «Siamo attivi dal 2002 in sei ospedali del Pavese – spiega Laura Manganelli, in arte clown Grisù, coordinatrice del corso 2010 -. Contiamo attualmente sessanta volontari che sono ansiosi di incontrare altri aspiranti clown e raccontare le loro storie. Lo faranno in uno degli incontri informativi in programma prima del corso vero e proprio, in cui saranno spiegate le dinamiche dell’associazione e del modalità dei servizi che offriamo».

Quella di marzo sarà una full immersion nel mondo della terapia del sorriso
nata intorno agli anni ’70 negli Stati Uniti e che ormai ha avuto un riconoscimento ufficiale anche in Italia. Proprio quest’anno il ministero per le Pari Opportunità ha destinato 2 milioni di euro per questi progetti. Il mini-corso in programma dal 12 al 14 marzo darà un’ infarinatura sul lavoro che il clown dottore svolge a contatto con i pazienti.

«Prima di iniziare le lezioni comunque fissiamo un colloquio – spiega dottoressa Grisù -. I partecipanti devono essere consapevoli di cosa andranno a fare, essere motivati. Avranno che fare con persone malate, spesso sono bambini dei reparti oncologici. Per questo nel corso predisponiamo giochi di ruolo per verificare la fiducia in se stessi, il rapporto con gli altri, la capacità di interagire in modo efficace. E poi diamo nozioni di igiene e comportamento perché il clow opera all’interno dell’ospedale. E’ comunque un momento di crescita personale che consente di conoscere meglio se stessi, al di là poi che si decida di restare».

E’ necessario anche l’impegno. Non che sia gravoso, spiegano i clown dottori, due volte al mese. Ma quegli appuntamenti vanno rispettati.

Una volta superata la prova i nuovi clown devono scegliersi un nome d’arte
. La presidente del gruppo pavese, Eliana Disabella, è “Claun Lentiggine”. Laura Manganelli ha dipinto sul camice il draghetto Grisù, il personaggio preferito dei cartoni nella sua infanzia. «Bisogna scegliersi un nome orignale e diverso dagli altri – dice -. E non è semplice visto che in tutto in Italia siamo più di 3mila, divisi in 38 associazioni».

I Vip (Viviamo in positivo) offrono il loro servizio al San Matteo (nei reparti di Pediatria e Malattie infettive), alla Maugeri (nel reparto di Oncologia adulti), al Mondino (neuropsichiatria infantile e neuroriabilitazione adulti), all’ospedale di Broni-Stradella. E poi all’istituto Santa Margherita e al Pertusati. Ma per l’anno in corso l’associazione sta pensando di aggiungere nuovi reparti ospedalieri.

Negli scorsi anni sono state realizzate anche numerose missioni all’estero, per realizzare importanti progetti di solidarietà. E nel corso del 2009 i clown pavesi sono stati impegnati, insieem ai colleghi di altre regioni, nel dopo-terremoto abruzzese.

Per informazioni si può contattare la referente dell’edizione 2010 del corso Laura Magnanelli al 335.7604500 dalle 19.45 alle 21.45, o in alternativa inviarle una mail all’indirizzo dottssagrisu@yahoo.it. Inoltre sono attivi sia il sito dell’associazione Vip Pavia onlus (www.vippavia.org) che il sito nazionale Vip Italia (www.clownterapia.it). Maria Grazia Piccaluga

(fonte: la Provincia Pavese del 24 febbraio 2010)

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