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Dopo Pavia e San Martino Siccomario, anche a Certosa arriva stangata sui buoni mensa

Da gennaio ogni pasto consumato a scuola costerà di più. La riunione per annunciare il rincaro è stata fatta il 29 dicembre ed è avvenuta con sole tre persone presenti, perchè la maggior parte delle persone interessate era in vacanza.

Cinquanta centesimi in più per il buono mensa dal 2010. Il tutto deciso il 29 dicembre scorso quando la maggior parte delle famiglie era assente per il ponte natalizio. Scoppia così la protesta dei genitori, il sindaco promette un incontro per il 13 gennaio.

I genitori al ritorno dalle vacanze si sono trovati di fronte ad un nuovo aumento: quello del ticket per il pranzo scolastico. Molto critica con l’amministrazione comunale la rappresentante di classe dei bambini di elementari e medie, Alessandra Salvaggio: «Ci sentiamo beffati due volte – dice la donna -. Primo per l’aumento che non è di poco conto. Si passa infatti dai 3,50 euro dello scorso anno ai 4 attuali. E soprattutto, siamo sconcertati per la decisione di annunciare questo aumento alla chetichella, fissando una riunione il 29 dicembre. Giorno in cui la maggior parte della famiglie era assente dal paese. All’incontro c’erano tre genitori».

Più consistente l’aumento per i non residenti (da 4,5 a 5,5 euro, il 22%), anche se sono una minoranza. Ad ogni modo i genitori degli alunni dall’asilo alle medie sono in subbuglio: «Se pensiamo che di solito ci sono una ventina di pasti al mese, siamo nell’ordine dei 10 euro in più – calcola una mamma -. Questo se si ha un figlio solo, naturalmente». «Sono passati sopra le nostre teste, prendendo una decisione senza avvertirci – dice Valeria Pelucchi, rappresentante di classe della materna -. Non ne sapevo nulla, eppure ero a casa. La riunione di mercoledì? Tardiva». Non tutti sanno della stangata.

«Abbiamo già fissato un incontro con tutti i genitori per il 13 gennaio – dice il sindaco, Corrado Petrini – in cui spiegheremo il perché dell’aumento. Che comunque è giustificato dal fatto che la tariffa era ferma da anni e il Comune non poteva più sostenere i costi della differenza, pari a 70 mila euro». Sul data della prima riunione, Petrini spiega: «Non avevamo ancora deliberato le tariffe e volevamo comunque avvertire prima dell’inizio dell’anno. Tre persone all’incontro? Vero, ma erano tre rappresentanti di classe».

(fonte: la Provincia pavese del 9 gennaio 2010 – autore: Giovanni Scarpa)


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