Il giornale

Ecco l’elementare che rischia di morire.

PAVIA, 30 ottobre 2008
Si parla di tempo pieno e di maestro unico, di classi differenziate per stranieri. Siamo entrati in una classe e abbiamo passato una giornata a osservare.

La terza B della scuola elementare Berchet, con i suoi 23 alunni è un esempio di scuola di oggi, «e di quello che domani potremmo non riuscire più a offrire» spiegano le maestre.
Alle otto e mezza suona la campanella di questa scuola immersa nella prima nebbia, in via Pollaioli, traversa di viale Cremona. I muri della classe sono grigio azzurri, pieni di cartelloni. C’è quello con le sagome delle mani, i numeri e tanti disegni. La prima ora si fa inglese. La maestra Rosanna entra con il registratore, i bambini con una canzoncina imparano i giorni della settimana e a presentarsi. «My name is Layla» dice una bimba dai capelli neri, «è un nome libanese, perché sono libanese». Lo sottolinea con un sorriso. Layla è una dei quattro bimbi di origine straniera.
 Lei e Anna, nata in Sudan, hanno frequentato la materna in Italia e quindi parlano perfettamente l’italiano. C’era anche Rayyan, ma la sua famiglia è tornata in Marocco. Poi ci sono Daiana e David, di origine romena. Daiana, le trecce bionde, è arrivata alla fine dell’anno scorso, David, famoso dopo il salvataggio in piscina, da metà della prima. Sono bambini curiosi. Domenico alza la mano: «Maestra, perché i giorni della settimana in inglese finiscono tutti con la y?».
 Si sbraccia anche David: «Rosanna, ho solo tre pagine di quaderno». Intanto è caduto un cartellone, bisogna risistemarlo e Alessandro ha un po’ di mal di pancia. Le maestre hanno un bel da fare. «Da sole con una classe più numerosa sarà difficile» dicono. Rosanna oltre a inglese insegna anche matematica, scienze e informatica. Scrive alla lavagna “Problema”. Si fa dare il quaderno di Davide, che dalla sua carrozzina sorride perché lo chiamano il mago dei numeri. «Davide segue un programma differenziato, è bravissimo. Ha solo otto ore di sostegno, ma c’è sempre un’assistente – spiega Rosanna – Anche David segue un programma diverso, perché è ancora indietro, ma è migliorato tanto da quando è arrivato». Con gli altri compagni c’è integrazione, si aiutano e si correggono, hanno tutti l’astuccio dei Gormiti o delle Winx. «C’è un clima sereno – dice la maestra – perché per noi sono tutti uguali». Il problema di matematica (tema: Halloween e il numero di dolcetti da regalare) lo costruiscono insieme. Dopo l’intervallo arriva la maestra Francesca. Insegna italiano, storia, geografia ed educazione all’immagine. «Oggi dobbiamo concludere la storia» dice alla classe. Arianna legge il racconto sulla volpe “furba furba” e poi a turno si inventa un finale. Ma c’è già fermento in aula perché dalle 11.30 parte la lezione di musica con il maestro Bledi Shishmani. Cantano “scuola rap” e ciascuno suona uno strumento. «Tutto ciò sarà difficile con il maestro unico».
Marianna Bruschi

(fonte: la Provincia Pavese – 30 ottobre 2008)

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