Il diario

“Far quadrare il cerchio” calza a pennello

ci sono momenti in cui una mamma si accorge che "far quadrare il cerchio", è l’espressione che restituisce perfettamente la realtà dei fatti (suoi). ci sono momenti in cui una mamma corre forsennatamente per prendere un autobus e quando finalmente si siede, pensa che sono le 7 di sera e che, se lei fosse una madre come si deve, a quell’ora sarebbe già a casa a dare la cena alle sue due figlie minuscole, aspettando un marito che rientra dal lavoro, con la cena (deliziosa e sopraffina) fumante nel piatto. invece, mentre la mamma è sull’autobus, le sue due A minuscole alloggiano ancora presso i nonni, perchè una di loro è lì dalla mattina e l’altra da quando il nonno è andata a prenderla alla scuola materna. ci sono momenti in cui pensi di non indovinare mai la cosa giusta, solo perchè hai chiesto al nonno di andare a prendere  la tua primogenita all’asilo – visto che di solito per lei è una festa – e invece scopri che lei proprio oggi aspettava proprio te, la sua mamma. E a causa di questo terribile errore di valutazione ora sono fiumi di lacrime, covate per ore. ci sono momenti in cui, a tavola, le persone ti guardano e ti prendono un po’ in giro perchè non puoi pretendere di tornare a casa alle 7 di sera e avere anche il tempo di stare un po’ con le tue figlie. non puoi farlo senza che una nonna, amorevole e disponibile, che ti ospita a cena e ha cucinato per te e tutta la tua famiglia all’ultimo minuto, venga a interromperti ogni volta che hai ricreato un angolo idilliaco con le tue due figlie. quell’angolo idilliaco che hai composto con cura e con fatica, riconquistando le tue figlie che, ovviamente, da quando hai messo piede in casa, ti hanno fatto notare i tutti i modi che sarebbe stato meglio per te farti viva prima. perchè, anche se non sembra, ti stavano aspettando. e quando sei lì con un libro in mano e le due A minuscole finalmente appollaiate sotto le tue ali che ascoltano attentamente la storia, arriva la super nonna e le chiama sè, perchè così la mamma va a mangiare. ubbidienti, le due minuscole si dissolvono nel nulla e la mamma resta sul divano da sola, fumante, con un groppo in gola, di rabbia e stupore, e ancora meno fame di prima. ci sono momenti in cui queste persone, sempre scherzando, ti fanno notare che hai ANCHE fatto una pausa pranzo di 3/4 d’ora per mangiare una piadizza margherita con un’amica, quindi non è che avessi poi così tanto da lavorare. ci sono momenti in cui, queste persone, sono le stesse che ogni mattina quando ti vedono ti raccomandano di mangiare perchè sei troppo sciupata e magra e stanca, che sembri finita sotto una schiacciasassi. ma non di mangiare una cosa al volo, che se no poi ti rimane tutto sullo stomaco, bensì di mangiare tanto e bene (il che, nell’ora di punta, presuppone almeno un’oretta tra ordinazione, attesa, consumazione e caffè). ci sono momenti in cui leggi nello sguardo delle persone che ti stanno vicino che tu non hai nessun diritto di lamentarti, perché lavori dalla mattina alla sera per un pugno di soldi insignificante, e per tanto così potresti scegliere. potresti scegliere di non essere una libera professionista, potresti decidere di troncare proprio adesso la tua carriera di giornalista free lance iniziata da così poco e così spasmodicamente desiderata. la famiglia non morirebbe di fame senza il tuo piccolo, piccolissimo contributo economico. certo, potresti scegliere. ma esattamente cosa? rimanere a casa dalla mattina alla sera a disposizione della casa, delle figlie, del pranzo, della cena, delle camicie da stirare, dei bucati da fare, dei pavimenti da lavare e del forno da ripulire. potresti anche scegliere di dover dipendere dalla paghetta di tuo marito che porta a casa lo stipendio ogni mese. in effetti sì, pensandoci bene, lo potresti scegliere. però. fosse anche un libro o un vestito nuovo o un taglio di capelli, fosse anche uno ogni tanto, un po’ pensi che ti peserebbe chiedere sempre. sai già che se tu non morissi ogni giorno di fatica per stare dietro a tutto, non sarebbe certo meglio. perchè moriresti di apatia e scarsa autostima. e proprio per questo non sapresti ridere con le tue figlie. potresti scegliere. ma non avresti più la luce negli occhi quando, ogni sera, due A minuscole si intrufolano nel tuo letto per farsi leggere fiabe e raccontare cose. cose che sai anche e soprattutto grazie al lavoro che fai, grazie al fatto che per lavoro ti chiedono di parlare di libri e giochi per bambini, di eventi, di profili azienda di persone che hanno messo in cantiere vere e proprie imprese di successo. sei sicura che se tu pensassi solo a pulire e rassettare casa, nel fine settimana non avresti abbastanza carica e determinazione per impersonare in modo quasi convincente una delle winx della tua figlia maggiore oppure per gustare le pietanze di plastica e legno, cucinate sul tappeto dalla tua figlia minore. in particolare le winx, non avrebbero molte chance, se la mamma non fosse realmente convinta di dover essere molto disponibile, almeno il sabato e la domenica. quindi non ti resta che continuare a cercare di "far quadrare il cerchio" pensando che, tutto sommato se ti ci ritrovi, è una fortuna. vuol dire che sei viva.

martedì 29 dicembre 2009 Paola ha scritto:

Non solo sei viva ma sei anche una mamma splendida! Il tuo valore sta proprio in quello che fai, torni alle 19 e hai la forza di leggere alle tue figlie dimenticandoti di mangiare. Scrivi, fai la giornalista, realizzi il tuo sogno e stai accanto alle tue bimbe… prendi una giornata di permesso per fare il presepe!! Sei stupenda… semplicemente stupenda e chi ti critica lo fa solo per invidia!! Blog meraviglioso! :0) Paola (mamma di un bimbo di 3 anni)

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