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I progetti che premiano le scuole

Qualità, multidisciplinarità, progettualità in rete, formazione e ricerca: è approfondendo questi metodi che il circolo didattico di Stradella , che comprende tre scuole primarie e quattro dell’infanzia, ha ottenuto la certificazione di qualità a livello nazionale durante l’anno scolastico appena concluso.

Sono quindi progetti di diverso genere ad aver caratterizzato il 2008/09: «Vogliamo garantire ai nostri studenti – spiega Silvana Bassi, direttrice del circolo – una didattica innovativa e approfondita, per questa ragione partecipiamo a progetti anche a livello nazionale e manteniamo contatti con istituzioni e associazioni.  Tra i progetti che partiranno anche l’anno prossimo «Ecoscuole in rete», lo sportello d’ascolto psicologico per bambini disabili, i Giochi della gioventù e molti piani di lavoro legati alla cosiddetta didattica verticale.  Il circolo didattico di Broni segue un percorso didattico più tradizionale: «Portiamo avanti solo alcuni progetti da molti anni – racconta la dirigente Claudia Curci – per mantenere la tradizione bronese. Essa si basa sostanzialmente su una didattica progettuale legata al teatro, alla drammatizzazione e alla musica. Oltre a questi, portiamo avanti già da parecchi anni l’insegnamento della lingua inglese fin dalla scuola dell’infanzia e un progetto d’accoglienza per i bambini stranieri».  Per quanto riguarda i rapporti con le istituzioni, Broni e Stradella sembrano isole felici, anche se negli edifici scolastici i problemi strutturali non mancano: «Le scuole purtroppo sono vecchie – continua Curci – e i lavori di ristrutturazione dipendono sempre dai fondi disponibili, non dalla volontà del Comune». Pare però, che anche per quanto riguarda le migliorie strutturali, qualcosa si stia muovendo: proprio in questi giorni si stanno svolgendo i lavori di ristrutturazione del tetto della scuola Baffi di Broni e l’anno prossimo, entro gennaio, verrà inaugurata la nuova sede della scuola d’infanzia Cervi a Stradella.  Uno dei problemi più grandi rimane quello delle strutture sportive che, soprattutto nei paesi minori, sono quasi completamente assenti: «Ad Arena Po hanno costruito l’anno scorso una piccolissima palestra – conclude Bassi – mentre a Potalbera c’è solo una tensostruttura, inutilizzabile d’inverno. Così ogni anno cerchiamo di utilizzare strutture sportive esterne, per esempio la piscina di Broni. Il problema è che le famiglie, in questo modo, devono pagare una quota d’iscrizione». Giulia Cimpanelli

(fonte: la Provincia Pavese del 7 luglio 2009)

 

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