Il colpo di stato (come stile domestico)

In casa B molti acquisti di mobili e accessori sono stati un colpo di stato.

Il mobile bianco dell’ingresso in cui, finalmente, la famiglia B ha uno spazio per svuotare le tasche e far stazionare cose che normalmente si lasciano/prendono solo in entrata/uscita, per esempio, l’ha acquistato la Mamma alcuni anni fa, d’impulso, una mattina che è arrivato per posta il catalogo di MondoConvenienza. La Mamma ha scrutato con attenzione, foto, prezzi e misure, ha telefonato, ha ordinato e ha pagato. Loro hanno consegnato e installato. Risultato? Mai stata spesa migliore.

Prima ancora, quando si trattava di fare le camerette delle minuscole, la Mamma e il mago G si erano fatti fare un preventivo doppio da un ottimo mobiliere al dettaglio, con due soluzioni possibili. Naturalmente la scelta era caduta sulla soluzione meno costosa ma comunque efficace. Solo che al dunque, il mago G nicchiava. Del resto della transazione, quindi, si era occupata la Mamma. Dopo 11 anni, le camerette sono ancora lì, tutto sommato in ottimo stato, e sufficientemente “neutre” per andare bene ancora, in fatto di stile, per una quasi quattordicenne e per una neo sedicenne.

Poi c’è il lampadario della cucina. Appena sposati la Mamma e il mago G avevano arredato casa con una specie di “non stile” che derivava dall’inesperienza estetica di due persone che avevano vissuto sotto il tetto dei genitori fino a prima di sposarsi, e con la sola idea della funzionalità. Qui, il risultato era stato (oltre alle pareti bianche in tutta la casa) un lampadario della cucina giallino, con righe ancora più gialline. A loro (la Mamma e il mago G) pareva bello, quel lampadario. E al mago G sembrerebbe bello ancora adesso. Perché lui è fatto così. “Basta che funzioni”. “Basta che sia in ordine”. La Mamma, invece, negli anni, con la “stagionatura” della donna sempre più saggia e vissuta, ha raffinato i suoi gusti. E quindi il lampadario giallino a un certo punto le ha fatto schifo e ha sentito la necessità di tirarlo giù, salutarlo e cambiarlo. Altro colpo di stato, senza consultare nessuno. Adesso il lampadario in cucina è rosso fuoco, più basso sul tavolo. E questo al mago G lo fa borbottare. Ma la cucina è migliorata.

Ci sarebbe da fare un elenco.

Di cose ancora in sospeso, dico.

La televisione col tubo catodico in primis, e il divano, che però – ha promesso la Mamma a se stessa – è prossimo ad andarsene anche lui.

Poi un sogno della Mamma sarebbero una libreria in soggiorno fatta solo di irregolarissime mensole di legno e una credenza “old time” fatte di nicchie, per mettere le stoviglie in vista, come nelle riviste di design.

Per dire.

Per dire che spesso (non sempre, nessuna generalizzazione) accade così.

Che si cambia.

Con tempi diversi.

Ognuno trova le strategie che crede.

La Mamma ha scoperto che per lei, in ambito domestico, l’unica via d’uscita è il colpo di stato.