Il diario

Il rapimento della luna

"ci deve essere un modo, ci deve essere un modo…" "per cosa?" chiede la Mamma con lo spazzolino da denti a mezz’aria A la grande cammina su e giù per il bagno con una mano dietro la schiena e l’altra appoggiata sulla tempia
"per eliminare la notte" "e perchè vorresti eliminare la notte?" "perchè è troppo lunga e troppo buia" "però ha anche i suoi lati positivi…per esempio si possono leggere i libri prima di andare a letto, o…ci si trova tutti riuniti in bagno insieme per mettere i pigiamini e lavare i denti e si può dormire a lungo e…" "trovato!" dice A la grande "sentiamo" "bisogna catturare la luna e stordirla, così poi la nascondiamo" "eh ma così avresti solo delle notti ancora più buie, senza nemmeno il chiarore della luna" "no, così dovrà esserci sempre il sole" Se la Mamma adesso venera la sera è perché è l’unico momento veramente libero di tutta la giornata. Ma di fronte a questa nuova avversione di A la grande nei confronti della notte, rivive qualcosa di conosciuto. Quando la Mamma era piccola infatti, lei e la zia S dormivano in una stanza con la porta a vetri, da cui si riusciva a scorgere la luce accesa della camera da letto dei loro genitori. Mentre la zia S si addormentava quasi istantaneamente, la Mamma se ne stava sotto le coperte nel buio della sua stanza, fissando quella luce. Ogni volta sperava di addormentarsi prima che si spegnesse, lasciando la casa nel buio totale della notte. Se per caso la luce si spegneva prima che lei si fosse addormentata, la Mamma veniva assalita da una paura ignota, non si sa esattamente di cosa. Una paura e basta. Così accadeva solo per un certo periodo della sua vita, ma la Mamma se lo ricorda come se fosse ieri. Però al rapimento della luna non c’era arrivata mai.

Lascia un commento