Il diario

Il riconoscimento dei calzini

“quelli rosa?”

“miei”

“fantasmini gialli?”

“miei”

“fantasmini con occhi e bocca?”

“suoi”

“calzini con i cupcakes?”

“quali, fondo bianco o fondo nero?”

“nero”

“allora suoi”

“col bordino viola?”

“miei”

“calze di…lana??? quando abbiamo usato le calze di lana quest’estate??”

“non sono mie”

“nemmeno mie”

“va beh, mettiamole lì”

“con le banane?”

“miei”

“ananas?”

“miei”

Ogni domenica in casa B si fanno le pulizie a fondo (il “si fanno” è un modo generico per indicare in realtà la più dura verità del “faccio”, ma tant’è). E tra le incombenze c’è quella del bucato lavato ammonticchiato in fondo al lettone che va messo a posto. Di questa incombenza, la parte più temuta è il riconoscimento dei calzini. Montagne di calzini spaiati vanno appaiati e poi riconosciuti dal legittimo proprietario. Il mago G è facile. Io e le A minuscole ci passiamo le ore. E non è divertente.