Il diario

In Bridget Jones’s shoes

In Bridget Jones's shoes

"andiamo A la grande"  dice la Mamma abbottonandosi il giubbino di jeans (il freddo è polare ma non sarà qualche graducolo sballato a impedire alla Mamma di vestirsi pirmaverile)   A la grande prende sottobraccio il suo cagnolino di peluche e si avvia alla porta. lei veste ancora invernale, la testa in un cappuccio di pelo (finto). uno jeti con cane. all’asilo la Mamma saluta affabile la simpatica operatrice scolastica all’ingresso che un sorriso non lo lesina mai, scambia due chiacchiere con la maestra A, saluta la maestra D, bacia A la grande e si avvia alla macchina, leggera e felice. strana leggerezza per essere un lunedì mattina…aspetta…aspetta…nooooo….i pennarelli…e anche il bicchierino!!! ecco fatto, e siamo solo a lunedì. pazienza, li porteremo domani – pensa la Mamma – che sarà mai… sull’abitacolo mobile di sempre, la Mamma si lancia in quel di Cura C. per una riunione di lavoro. "buongiorno Mamma" "buongiorno a tutti" esclama la Mamma, ripiena di buona volontà "prego, dammi pure il giubbotto" "ecco, grazie…aspetta, scusa…"  tastando i bottoni sente che qualcosa non è come dovrebbe essere. un brivido le percorre la schiena. guarda la fila di bottoni e scopre che sono clamorosamente spaiati. un lembo del giubboto di jeans va verso l’alto. l’altro pende verso il basso.   poco male. non importa quello che pensano gli altri. in fondo gli altri sono solo:

  • le maestre di A la grande
  • A la grande
  • i clienti della Mamma

…giusto le persone a cui  la Mamma dovrebbe ispirare fiducia e senso di responsabilità. durante la riunione la Mamma ha recuperato in scioltezza e sta esponendo un grande piano di comunicazione, quando viene colta da un improvviso accesso di tosse. "cough cough cough!!stavo dicendo, ecco, che oggi stesso scriverò il discorso di…cough cough cough….benvenuto del pres….cough cough cough…aspettate, scusate, avete una caramella cortesemente?"
"ecco prendi Mamma. lo so, succede anche a me – la conforta Mr F – se non ti da fastidio intanto che tossisci parlo io, così andiamo avanti" "cough cough cough…non c’è problema, fai pure….cough cough e cough" cougheggiando senza sosta la Mamma arriva tramortita alla fine della riunione, saluta gli astanti impietositi e si rimette in macchina. dritta filata a casa. alle 4.06 la Mamma riemerge dal suo articolo spinoso sulle adozioni in Italia e senza troppo pensarci infila di nuovo il giubbino di jeans e di nuovo si presenta all’asilo di A la grande. due parole con la maestra A (l’altra) qualche saluto qua e là e si avviano verso casa. "oggi abbiamo dimenticato i pennarelli Mamma" "lo so, mi sono accorta tardi. domani li portiamo" "la maestra però si è seccata. ho dovuto usare i pennarelli della scuola" "mi dispiace. domani chiederò scusa alla maestra. va bene?" "va bene. però era molto seccata" "ok. ho capito. domani le spiegherò che è stata colpa mia. A la grande mi sono dimenticata. però anche tu devi ricordarti le tue cose. no?" "ok" "ecco. domani sistemiamo. non succederà più" A casa la Mamma butta un occhio nello specchio all’ingresso. I suoi occhi sono circondati dalla matita sbavata dalle ore di lavoro, ma la ciliegina sulla torta è un baffo nero, lungo e ben visibile, sotto l’occhio sinistro. Deve essere sfuggito all’ispezione veloce prima di uscire di casa. Eccola qui, la Mamma, in un lunedì mattina come tanti altri, senza veli e senza pudore. Così presa dalle sue cose da aver mandato a ramengo qualunque remora di decenza in società. Mancano solo le curve burrose e Daniel Cleaver contro Mark Darcy (in compenso crescono un marito fisso e due A minuscole, fisse pure loro). Per il resto è lei, è Bridget Jones.

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