Il diario

Inverno (ovvero: si sta come d’autunno sugli alberi le foglie)

Forse se ne esce. Forse questo è il primo lunedì a regime dopo tanto tempo. Forse – nonostante o grazie all’omeopatia che allunga i decorsi ma li rende efficaci in vista del futuro – la famiglia B riesce oggi a riprendere i ritmi normali, dopo l’influenza e le occhiaie mostruose di A la piccola, l’influenza e la dermatite pruriginosa da paracetamolo di A la grande (puntata non programmata in barba all’omeopatia, di cui ben presto ci si pentì vista la devastazione sul viso di A la grande, già abbondantemente sbiancato dalla stagione invernale), l’influenza lampo della Mamma (cominciata sabato alle 13 e stroncata lo stesso sabato alla 1 di notte). Forse, dopo tutto questo, i membri della famiglia B oggi sono dislocati ognuno al rispettivo posto di comando: alla scuola primaria, alla scuola dell’infanzia e alla scrivania. Forse. Anzi no. Perché il mago G giace inerte (ovvero mollemente stravaccato) sul divano di casa B, febbricitante e con due tonsille grandi come due meloni. Forse, s’era detto. A dubitare si fa sempre bene. "Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie" diceva Ungaretti. Che è esattamente la sensazione di precarietà da malanno invernale che attanaglia la Mamma nelle ultime due settimane.

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