Il diario

La scuola che non c’è

E’ una strana, preoccupante, sensazione, per la Mamma, questa della scuola.

Perché la scuola non c’è. O meglio c’è ma è come se non fosse reale, come se non fosse più scuola dell’obbligo. Una scuola impalpabile, in cui non ci sono tutti i professori, e di quelli che ci sono metti insieme notizie da varie fonti, che devi cercare con le unghie e coi denti.

“cosa avete fatto oggi?”

“niente di particolare”

Ecco. Quel “niente di particolare” un tempo ci stava, perché poi sapevi che saresti entrata a scuola, prima o dopo avresti avuto un colloquio con tutti i professori, un consiglio di classe con tutti i professori e un “collega” rappresentante di classe con cui discutere e confrontarti. La scuola era un’entità palpabile, nonostante Argo.

Adesso no. La scuola è una cosa astratta, inavvicinabile e invalicabile.  Niente ingressi, nessun colloqui. Solo i racconti di una figlia di terza media e di una figlia di seconda superiore. Tanta roba, perché con loro si parla. Ma se io non chiedessi e non andassi a guardare Argo, non saprei assolutamente nulla.

Perché i voti sono lì, sul sito. Perché le verifiche non si portano a casa per questioni di contaminazione da Coronavirus. E perché nessuno, dalla scuola, si fa vivo, se non tramite circolari da stampare, leggere, compilare, scansionare e rimandare.

E’ tutto molto triste. E’ tutto molto assente. E’ tutto molto poco scuola dell’obbligo. E’ tutto molto “ah già, devo anche guardare il sito per ricordarmi che la scuola esiste“. Ma cosa succede lì dentro? Spiegano i professori? Si appassionano i ragazzi? Non si sa. Non si vede. Non si sente. L’eco della scuola è un’eco lontana, ricordo sbiadito di un tempo in cui dentro alla scuola si facevano riunioni e si stava qualche minuto in più a chiacchierare con il professore di turno su tuo figlio, sulla classe, sul più e anche sul meno.

Tutto questo manca.

Immaginare la propria figlia seduta a scuola in quel banco lì dove sei seduta per la riunione. E lo stai toccando quel banco, senza pensare che subito dopo qualcuno dovrà disinfettarlo.

Alla Mamma tutto questo manca moltissimo.

E ogni tanto la domanda sorge.

Non è che sono due le pandemie?