Il giornale

Le bambole di pezza dei detenuti

Ci sono bambini con disturbi visivi che fanno riabilitazione al Mondino con le bambole di pezza dai vestiti colorati. Altri, ricoverati in un reparto di ospedale, che ci giocano trascorrendo così qualche ora serena. E ancora bambini stranieri che, usando le pigotte di stoffa al posto delle parole, riescono a spiegare al medico il loro malessere.

A cucirle, sagome stilizzate di stoffa candida, sono Carluccia, Kella e Maria Luisa – volontarie dell’oratorio di Ceranova – mentre i detenuti di “Torre del Gallo” le imbottiscono.  Il Kivanis distretto Italia-San Marino ne ha commissionate 2mila al carcere di Pavia, con l’aiuto della cooperativa “Il Convoglio” che opera dal 2000 all’interno di Tore del Gallo per il reinserimento sociale dei detenuti.  «E’ un’opportunità molto importante – spiega Iolanda Vitali, direttrice della casa circondariale pavese -. Crea un ponte tra chi sta dentro e il mondo esterno. Con uno scopo benefico, quello di aiutare i bambini costretti a stare in ospedale. Anche il carcere è un luogo in cui le persone sono costrette a stare, un luogo di grande sofferenza in cui però si incontra anche una grande solidarietà. Di progetti come questi ne servirebbero molti di più».  La richiesta di lavorare, di creare un “contatto” con l’esterno, di fare qualcosa di utile è alta tra i detenuti. Mancano però le commesse da fuori, spiega la direttrice.  C’è il forno, dove tre detenuti si alternano ogni notte per preparare il pane. Ne producono per soddisfare il fabbisogno interno al carcere e lo preparano anche per i tre istituti dell’Azienda servizi alla persona (Santa Margherita, Gerolamo Emiliani e Pertusati). «Ma se ce lo richiedessero anche altre strutture potremmo potenziare la produzione» spiegano a Torre del Gallo. E poi c’è la falegnameria, pure avviata con Il Convoglio (fondato da don Stefano Penna e oggi presieduto da Sergio Contrini). Lavora il legno ma restaura anche i mobili. E potenzialmente potrebbe avere un certo mercato sul territorio. «Noi siamo aperti alle proposte della società civile, delle istituzioni, delle imprese, delle organizzazioni di volontariato – dice Vitali -. E’ importante per chi sta qui dentro avere un’attività a cui dedicarsi. Anche in prospettiva, a pena scontata». Lo dimostrano i sorrisi e l’entusiasmo dei tre detenuti che confezionano le bambole di pezza – Francesco Pistillo, 36 anni, di Andria, Mario Peli, bresciano e Pierino Marchio di Lecco – che ieri hanno potuto incontrare nella biblioteca gli “ambasciatori” del Kiwanis (il pavese Franco Gagliardini e il governatore per l’Italia Sergio Rossi) e i volontari e il presidente del Convoglio.  «Sapere che stiamo creando qualcosa di buono che poi servirà ai bambini malati ci riempie di gioia – dice Pistillo -. A noi basterebbe anche riuscire a strappargli un sorriso». «Ci sono duemila bambini malati che prenderanno in braccio queste bambole – gli fa eco con entusiasmo Mario Peli -. Fare qualcosa di utile ci riempie di orgoglio, ci dà la sensazione di essere liberi, ci distrae per qualche ora dall’oppressione di stare tra queste mura». (m.g.p.)

(fonte: la Provincia Pavese dell’11 giugno 2009)
 

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