Il giornale

Lettera a Gesù Bambino

Ains Onlus scrive a Gesù Bambino.

Caro Gesù Bambino, preferiamo scrivere a te, in questo finale d’anno 2011, sotto certi versi piuttosto cupo e sicuramente incerto per la sorte di tante persone che risiedono, come noi, in questa parte d’Occidente denominata ‘Europa’.

Scriviamo a te perchè da bimbi le nostre famiglie e la mestra elementare ci avevano abituati così. In fondo, noi, siamo tutte persone tra i 40 e i 50 anni e, quando eravamo piccoli, tra la fine degli anni Sessanta e l’inizio dei Settanta dell’appena passato Novecento, non era in voga Babbo Natale. Non c’era nemmeno Halloween, l’Ipad, Facebook, l’Iphone, l’e-book, gli sms e le sale giochi dove, oggi, spesso e sovente una torma di stolti dilapida il proprio povero reddito; non c’erano i centri commerciali e gli “out-let”: preferivamo trovarci all’oratorio, al campo sportivo comunale o nel cortile sotto casa dove il gioco era libero e lontano da pericoli. Non c’erano tutte queste diavolerie inventate, perlopiù, per farci consumare senza criterio: stavamo meglio e siamo cresciuti lo stesso. Facciamo parte, e lo rivendichiamo con orgoglio, di una generazione che non si ritiene intossicata da questa bugiarda spazzatura mediatica.

Oggi, infatti, siamo al dunque, caro Bambin Gesù: perché o si innesca la marcia indietro ristabilendo cardini di austerità morale e di benessere più ragionato oppure, forse, solo la tua umiltà condensata nella tua parola ci potrà salvare. Mandaci, allora, ancora una stella e dei sapienti d’oriente per indicare la retta via ad un Nord del mondo smarrito, ingannato e intristito. Quando andiamo in Guatemala la luna in cielo che rischiara la notte tropicale ci sembra più vicina; e anche le stelle, quando l’oscurità è serena, sembrano manciate di chicchi di grano lucenti incastonati nello sterminato campo del firmamento. Parlano di te e parlano dei nostri bimbi e delle nostre bimbe che laggiù ci aspettano sempre con gran trasporto e grande senso di riconoscenza. Laggiù facciamo esperienza della tua umanità quando visitiamo una scuola senza banchi, quando incontriamo una bimba violata, quando saliamo sui monti ad incontrare migliaia di campesinos che vivono ancora con un dollaro al giorno, quando ci imbattiamo in tanti volti, braccia, mani che chiedono giustizia e solidarietà.

Noi non ti chiediamo regali, abbiamo passato l’età. Per questo tipo di richiesta dedicati anima e corpo ai più piccoli. Ti chiediamo solo di sostenere i nostri propositi, i nostri progetti e il nostro quotidiano cammnino. E se capiti dalle parti del tropico, dove la religiosità è ancora genuina, semplice e coinvolgente, e dove godi ancora di grande considerazione, scendi davvero dalle stelle e canta alle nostre bimbe e ai nostri piccoli questa ninna-nanna della Luna Scendi Luna/scendi bella/vieni chiara/palla gialla/e riempi/i nostri sogni/che fioriscono/di notte/e la luce tua gentile/che velata/si diffonde/sulla terra/sopra i fiumi/sulla chioma/delle piante/incorona/il nostro sonno/nelle culle/o nei lettini/tra le braccia/di una mamma/sulle gambe/di una nonna/ninna nanna/della Luna/ninna nanna/in Guatemala/che graziosa/in mezzo al cielo/queste strofe/ci regala

Andrea Bellingeri, Emanuele Chiodini, Giulia Dezza, Elisa Moretti, Ruggero Rizzini, Ains Onlus – San Martino

(fonte: la Provincia Pavese del 28 dicembre 2011)

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