My fair lady
Bagno grande di casa B: A la grande seduta sul trono reale per espletare un rito quotidiano “di servizio”, A la piccola, adorante, accovacciata ai suoi piedi, mollemente adagiata sul tappetino “Prova a dire A-CQU-A” dice A la grande “AACA!” dice A la piccola “Brava! Prova a dire TA-VO-L-O”
“TAAAALO!”
“Brava! Prova a dire COCCO-DRI-LLO” “COCCO-LLO!” “Brava! Prova a dire “CENERE-NTOLA” “CENTOLA!” “Brava! Prova a dire MER-TILLI” “MILLI!” “Brava! Prova a dire SUPER-CALI-FRAGILI-STICHE-SPIRALIDOSO” “SSSSSSOSSSSOOO” “Brava! Quando due sorelle minuscole si incontrano in bagno e passano un tempo indeterminato a darsi una tale, reciproca soddisfazione; quando una madre e un padre si appostano ghignando dietro la porta del bagno per guardare, non visti, quello che sta succedendo; quando qualcuno potrebbe pensare che in tutto questo non c’è niente si eccezionale mentre tu, che sei la madre o il padre, pensi che anche questi sono momenti speciali che rendono bella la tua vita di genitore. Quando è così, vale la pena di fermare quel momento, creando un album dei ricordi, un luogo-non luogo dove buttare dentro tutto: registrando, scrivendo o archiviando in un speciale scomparto della propria memoria.
I bei ricordi, anche se sono attimi, vanno fermati. Se no prima o dopo si dimenticano. Ricordi: li puoi tenere in testa
o nascondere in un portafogli,
ma c’è chi se li dimentica nei sogni…
(Maggese, 2005 – Cesare Cremonini)