Il diario

Partenza

Allle 8.30 di questa mattina il nonno P suona alla  porta della famiglia B per portare altrove le due A minuscole, secondo un programma già tutto pensato che solo lui conosce. Da questo momento in avanti ho a mia disposizione una (sola) giornata per:

– preparare le valigie per l’imminente partenza (domani) – riordinare e pulire ben bene la casa per non cadere nello sconforto totale quando rientreremo dal mare (una casa accogliente forse farà sembrare meno traumatico il rientro) – dare un’occhiata alla posta, al sito e a google analytics – fare una doccia – passare dalla fidata estetista per il tagliando prima della prova costume – andare al lavoro e finire una cosa che mi sono ripromessa di non lasciare in sospeso – passare a pagare l’assicurazione visto che scade mentre siamo in vacanza e al ritorno l’agenzia sarà probabilmente chiusa – ritirare le piccole A dai nonni P&R e recarmi per cena dai nonni R&C per un ultimo straziante saluto prima della partenza

(di mangiare a pranzo oggi non se ne parla, mi abbufferò stasera dalla nonna C) "dove andate? che fate?" chiedo un po’ curiosa e un po’ sentendomi in colpa perché oggi rivedrò le mie figlie solo tra dieci ore
"abbiamo da fare un sacco di cose" risponde vago il nonno P "tu non preoccuparti e fai quello che devi" (taci e muoviti) "ok. vuoi un caffè?" "se c’è già…" "c’è, però è freddo. vuoi che te lo scaldi?" "no, lo bevo freddo. basta un po’ di latte. e basta che vi muoviate" In cucina, sulla sua seggiolina in legno di frassino, il nonno P sorseggia la sua tazzina di caffè freddo del Guatemala 100% arabica e intanto frigge. Frigge perchè sperava in cuor suo di arrivare a casa nostra all’alba delle 8.30 (come da accordi del resto) e trovarci già pronte: Mamma in versione super-sprint con valigie aperte solo da riempire e A la grande e A la piccola già colazionate e vestite. Invece al suo arrivo ci ha trovate praticamente sdraiate sulla scala, appena scese dal letto e coi capelli arruffati, soprattutto non colazionate e peggio di tutto ancora tutte da lavare e vestire. "Ancora in pigiama???" ha domandato incredulo quello stinco di santo del nonno P
"Facciamo in un attimo. Siediti no? Che fretta hai?" "Dobbiamo andare, se no non riusciamo a fare niente" Non chiedo più che programmi hanno – tanto non lo saprò mai – e mi sbrigo. In un quarto d’ora le bimbe sono sulla porta. Finalmente, dopo aver minacciato figlia e nipoti di piantare tutte e tutto e andare a giocare da solo, il nonno P può sopire la rabbia per ritrovare il buon umore e l’amorevolezza di sempre "ciao! fate le brave!" "ciao mamma!" fa A la grande "taoo mamà!" dice A la piccola tra le braccia del nonno P, mandandomi un bacio con la manina

Ecco fatto. Il resto della giornata è andato tutto secondo i programmi, con qualche variazione che qui di seguito elenco, a mia memoria e monito (per l’anno prossimo): – i costumini di A la grande e A la piccola non sono pervenuti fino a tarda sera: erano stati riordinati così bene che il posto più ovvio mi sembrava il più improbabile – l’estetista mi ha sgridato davanti a tutti gli altri clienti perché le ho detto che non avrei fatto la french manicure (che avevo prenotato) perchè non avevo tempo. Mi ha detto che la prossima volta la devo avvisare prima, perchè per colpa mia oggi aveva perso un sacco di clienti che avrebbero prenotato la french al mio posto (comunque, signora, al mio posto ce ne stava solo una…) – l’assicurazione era chiusa con tanto di cartello, per un disguido. Solo oggi – sono riuscita a recuperare le bimbe solo alle 19.45 e, al mio arrivo, ho trovato un nonno P e una nonna R distrutti, completamente devastati dal tornado A la piccola. Per non darmi dei grattacapi mi hanno detto "A la grande è proprio un donnino" "e A la piccola?" ho chiesto "è da rivedere" – mi hanno risposto – "bisognerebbe intervenire un po’ sulla sua tendenza a distruggere, urlare, buttare per terra, disfare i giochi di A la grande e chiedere sempre PANE! a chiunque le passi di fianco, compreso l’operatore ecologico che raccoglie da terra i resti del mercato in piazza". Così oggi ho scoperto che, oltre ad avere un’estetista pazza che mi accusa di farle perdere folle di clienti per una french mancata, oltre ad avere un padre che organizza le giornate con le tabelle di marcia (lui che ha sempre amato la libertà, non ha mai portato l’orologio e ha sempre guardato gli scout con compassione perchè second lui andavano ai lavori forzati anzichè correre in mezzo alla natura), ho anche una figlia da rivedere.

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