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Piccoli scienziati a Mortara

La robotica sbanca anche alle elementari.

I bambini delle quinte della scuola Olivelli di Mortara hanno seguito un corso, che è durato da febbraio a maggio, con docenti della scuola ed esperti del Cern di Genova, della Scuola di robotica, con cui sono riusciti passo passo a costruire e far funzionare dei piccoli robot, riuscendo anche a programmarli. «La robotica è un settore che sta acquisendo sempre più importanza scientifica, economica e culturale», spiega la relazione di presentazione del progetto.  Il progetto ha coinvolto pressoché tutte le discipline in cui si suddivide il programma didattico di quinta elementare, dall’italiano, alla storia, alla geografia, ad arte e immagine, fino a inglese, musica, matematica e scienze naturali. Per costruire i robot si sono avvalsi di kit della Lego, che contenevano tutti gli elementi per la realizzazione della macchina, ognuno sistemato in un apposito spazio. Bambini e bambine si sono ugualmente impegnati nel capire come assemblare le componenti, con la guida del libretto di istruzioni.  «Si passa alla programmazione dell’Nxt, un mini-computer che viene fissato agli assi delle ruote – raccontano sul sito della scuola – Nasce così il primo robot, capace con un sensore di captare i comandi vocali e cambiare in tal modo direzione di marcia. Gli alunni lo hanno programmato con comandi a icone. I robots con i sensori ottici, invece, sono in grado, come i pipistrelli, di emettere onde sonore e di captare l’onda di ritorno, riflessa da un ostacolo. Conoscendo la velocità dell’onda sonora, essi deducono la distanza che li separa da un ostacolo: scatta perciò il comando successivo, cioé cambiare direzione. Opportune programmazioni differenti, memorizzate su robot differenti, hanno permesso di creare dei “balletti”, in cui i robot eseguono da soli traiettorie combinate».  Alla fine i bambini hanno potuto far gareggiare tra loro i robottini così costruiti nei corridoi della scuola; sempre i bambini, con l’aiuto delle insegnanti e degli esperti, hanno anche realizzato la programmazione con l’apposito software della Lego. Con questo progetto hanno anche affrontato la conoscenza dei racconti di Isaac Asimov, scrittore di fantascienza, ma anche biochimico e divulgatore scientifico, ricordando l’etimologia del termine, che viene dalla parola ceca “robota”, che significa lavoro pesante, usato per la prima volta dallo scrittore Karel Capek, nel 1920, in un suo racconto. Simona Marchetti

(fonte: la Provincia Pavese del 7 luglio 2009)

 

 

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