Il diario

Ricordi d’estate

"hai ancora l’orologio da estate?" "eh sì, non l’ho ancora tolto da quando siamo tornati dal mare" "ma qui non c’è la sabbia e non c’è l’acqua" "ma che c’entra? è un orologio. e anche se è di gomma, è arancione ed water resistant non significa che non lo possa portare anche in città" "ma è un orologio da estate, lo devi togliere, devi rimettere quello solito di quando siamo a casa" "ci penserò, quando mi sentirò di nuovo abbastanza grigia dentro per archiviare definitivamente l’estate rimetterò l’orologio solito, d’accordo?" "ok. ma guarda che tra poco torno all’asilo. l’estate è finita. non andiamo più in vacanza. mamma" "grazie tesoro, ho detto che ci penserò e quando sarò pronta io farò il cambio degli orologi. ok???????" Quando l’estate rimane imprigionata a forza dentro a un orologio water resistant da nove euro e novanta; quando  rimani con la mente ancorata alla sabbia, alle onde del mare, ai prati e ai laghi di montagna; quando, per convincerti che le vacanze sono ancora vicine, reali e a portata di mano, guardi il  tuo polso avvinghiato al cinturino di gomma arancione dell’orologio da spiaggia; quando è la tua primogenita che ti esorta a scendere dalle nuvole e a guardare la dura realtà, allora significa che le vacanze non sono bastate o qualcosa non ha funzionato come avrebbe dovuto.

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