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Riforma Gelmini, voci contro a Voghera

Gli insegnanti delle scuole di Voghera hanno dimostrato che la legge 133 firmata da Giulio Tremonti e la riforma del ministro Maria Stella Gelmini somigliano più a manovre economiche che a un riordino del sistema istruzione.

E’ solo questione di saper leggere e far di conto: gli insegnanti delle scuole di Voghera hanno dimostrato l’altra sera all’auditoriumDagradi che la legge 133 firmata da Giulio Tremonti e la riforma del ministro Maria Stella Gelmini somigliano più a manovre economiche che a un riordino del sistema istruzione. Scomparsa del tempo pieno come modello pedagogico, maestro unico (e non prevalente), più difficoltà per gli studenti disabili, centri territoriali per l’educazione degli adulti (Eda) che vanno incontro a drastici ridimensionamenti. Un vero e proprio grido di dolore su tutti i fronti. «Più che avercela col governo – hanno spiegato gli esponenti del mondo della scuola – non sapremo presto cosa dire ai genitori che pretenderanno da noi risposte. Non saremo più nelle condizioni di darle». In platea 100 persone, compresi alcuni ragazzi e qualche genitore. I docenti che hanno organizzato il dibattito in campo neutro, senza sigle sindacali o simboli di partito, hanno raggiunto il loro scopo: sala affollata, nessun isterismo, occhi puntati sui documenti. Occhi alle normative e lontani dai volantini di sindacati e partiti, per evitare che qualcuno gridasse alla strumentalizzazione. Delle due l’una: o il governo farà marcia indietro oppure serviranno molti paracadute, già dai prossimi anni scolastici. «Il pericolo che avvertiamo di più – hanno ribadito gli insegnanti – è quello di classi sempre più numerose che diventeranno ingovernabili». «Dovrebbero spiegarci – hanno detto i docenti a fine incontro – come si conciliano efficenza e maxi tagli come quelli che si prospettano. Gli sprechi andrebbero combattuti in maniera mirata, non cannoneggiando l’intero mondo della scuola». (e. b.)


(fonte: la Provincia Pavese del 22 novembre 2008)

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