Il diario

Saggio di danza

A la piccola è al secondo saggio di danza di Natale della sua vita. L’emozione non si vede, perché prima delle prove salta e balla, nessuna ansia apparente. Solo quando entriamo nel palazzetto dello sport dove questa sera si terrà il saggio inizia a mostrarsi spaesata. Sgrana gli occhi, stringe la manina e il suo sorriso di irrigidisce. "Io questo posto non lo conosco – dice – e adesso dove devo andare?" "Qui, A la piccola, lo spogliatoio è qui" "Non vedo nessuna delle mie compagne" Vero, non si vede nessuno. "Sono molto preoccupata" mi dice mentre le tolgo la giacca "No, donnino, non preoccuparti, ora troviamo tutti" E infatti eccole lì. Sulla gomma, davanti al campo, tutte sedute e ridanciane. Di fronte a loro, le grandi provano il loro pezzo natalizio. "Eccole!" esclama A la piccola. E il suo piccolo volto paffuto torna quello di sempre, rilassato e contento. La manina allenta la presa, lei si allunga per darmi un bacio e si butta incontro alle sue amiche. Si siede, mi guarda e mi saluta. E io penso che nel giro di pochi minuti A la piccola ha vissuto l’attesa, l’angoscia, la felicità e la tranquillità. Cose scontate, eppure di quelle cose che "fanno" una persona, day by day. Le faccio segno le le mani che torno dopo a riprenderla e giro i tacchi, pensando che alla sua età ero ancora lontana anni luce dal sapere che cosa sia il senso di appartenenza a un gruppo. E che, seppur piccolo e di danza, il gruppo sa anche essere una gran cosa.  

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