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Scuole medie a lezione di sviluppo sostenibile

A Garlasco gli studenti delle scuole medie impareranno a utilizzare l’acqua in modo responsabile.

A giudicare dai buoni propositi espressi in aula magna, da oggi gli studenti delle scuole medie cominceranno a utilizzare l’acqua in modo responsabile. E magari anche a preferirla alla minerale del negozio, visto l’esito della prova degustazione.  Qualcuno, nelle ultime file, faceva autocritica sugli sprechi: «Hanno ragione: io ci metto tre quarti d’ora per farmi una doccia – l’ammissione sottovoce di una ragazza, mentre gli esperti elencavano i comportamenti virtuosi da tenere per evitare i piccoli, grandi sciali quotidiani -, mi sforzerò di non perdere tempo in bagno e chiuderò il rubinetto mentre mi lavo i denti». A questo è servito l’incontro dibattito «Acqua, bene primario» organizzato dalla Duca degli Abruzzi nella mattinata di ieri, nella sede centrale di via Bozzola: educare i ragazzi a dare all’acqua il valore che ha, come bene prezioso da razionare anche per una questione di costi. Inserito nel progetto «Ecoscuole: educazione e sviluppo sostenibile 2008» finanziato da Regione Lombardia, il convegno è partito dai fondamentali (da dove proviene l’acqua, chi sono gli utilizzatori, quando e perché va depurata, a cosa servono le fognature), per passare in rassegna i numeri del consumo procapite e orientare la discussione sugli aspetti quotidiani non sempre tenuti in debito conto, e non solo dai giovani. Secondo le cifre presentate da Asm ogni garlaschese consuma in media 300-330 litri d’acqua al giorno, per un milione e 50 metri cubi annui immessi nella rete dell’acquedotto.  Acqua controllata «priva di cloro» dunque buona da bere, come hanno scandito i relatori. In platea però la maggioranza si è dichiarata fedele alla bottiglia («ci piace di più», la spiegazione unanime), salvo contraddirsi al momento degli assaggi, a fine dibattito, quando circa quaranta alunni hanno cercato di individuare quale fra tre acque test apparentemente uguali provenisse dal rubinetto. In quindici hanno azzeccato la risposta, mentre 26 hanno addirittura indicato l’acqua dell’acquedotto come la migliore alla prova palato. Segno che, probabilmente, entra in gioco non tanto il sapore ma «un condizionamento di tipo psicologico», ha poi osservato l’assessore all’Ecologia Massimo Bertani, presente all’appuntamento.  Quanto ai comportamenti virtuosi anti-sperpero, l’intervento di Annalisa Alberici, responsabile comunicazione sede territoriale di Pavia di Regione Lombardia, ha catalizzato l’attenzione: «Meglio la doccia al bagno – ha auspicato l’ingegnere -, come lavare la frutta in bacinelle, avviare lavastoviglie e lavatrice a pieno carico, innaffiare la sera, centellinare i detersivi, raccogliere l’acqua piovana e controllare che le tubature non perdano». A «casa è mio papà la pecora nera – il commento di un’altra ragazzina -: ci mette due ore per farsi la barba e intanto l’acqua scorre». Non sarà facile, «ma da oggi il buon esempio lo dò io». Simona Bombonato

(fonte: la Provincia Pavese del 13 marzo 2009)

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