“Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa” (Luis Sepùlveda, Guanda)

“Una mattina dell’estate australe del 2014, su una spiaggia sassosa vicinissima a Puerto Montt, in Cile, comparve una balena spinta a riva dalla corrente. Era un capodoglio di uno strano color cenere, lungo quindici metri, e non si muoveva.”

Comincia così il romanzo Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa di Luis Sepùlveda (Guanda Editore, traduzione di Ilide Carmignani, 128 pagg, 14 euro), adatta ai lettori di tutte le età.

L’inizio: da una conchiglia che un bambino raccoglie su una spiaggia cilena, molto a sud del mondo, una voce si leva, carica di memorie e di saggezza. È la voce della balena bianca, l’animale mitico che per decenni ha presidiato le acque che separano la costa da un’isola sacra per la gente nativa di quel luogo, la Gente del Mare. Il capodoglio color della luna ha dedicato la sua vita a svolgere con fedeltà il compito che gli è stato affidato da un capodoglio più anziano: un compito misterioso e cruciale, frutto di un patto che lega da tempo immemore le balene e la Gente del Mare. Per onorarlo, la grande balena bianca ha dovuto proteggere quel tratto di mare da altri uomini, i forestieri che con le loro navi vengono a portare via ogni cosa anche senza averne bisogno, senza riconoscenza e senza rispetto. Sono stati loro, i balenieri, a raccontare finora la storia della temutissima balena bianca, ma è venuto il momento che sia lei a prendere la parola e a far giungere fino a noi la sua voce antica come l’idioma del mare.

Luis Sepúlveda è nato in Cile nel 1949 e vive in Spagna, nelle Asturie. I suoi libri sono editi in Italia da Guanda, e le sue favole più famose per bambini, oltre a Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa sono: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare; Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico; Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza; Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà.