Il diario

Testimone di nozze

"Pronto mamma? Sono l’amica S"  "Ciao amica S, come mai mi chiami che ci siamo viste appena prima della partenza?"  "Volevo dirti che io e Papo ci sposiamo"  "Ma è bellissimo! E quando?"  "Il 19 dicembre, quando fa abbastanza freddo per scoraggiare la gente e a venire a vederci e quando io che amo solo la pioggia, la neve, il freddo, il gelo, i paesi del nord Europa e l’Antartide mi sento la donna più felice del mondo"  "Già…ma sei incinta?"  "Non sei originale. E comunque no, non sono incinta e mai lo sarò, non ci penso nemmeno"  "Certo, come no. Dì al tuo moroso di mandarmi via sms tutti i cellulari delle tue amiche che ti organizzo qualcosa"  "Ok. Grazie. Aiuto."  Io e l’amica S ci conosciamo dalla scuola media. Prendevamo l’autobus numero 6 insieme e la prima volta che siamo uscite insieme siamo andate al cinema a vedere "Robin Hood", quello con Kevin Costner. Da allora in poi abbiamo passato intere giornate ad ascoltare musica come i Queen, gli Eagles e i Beatles e a guardare film insieme come Il Laureato, Hair, Fragole e Sangue. Roba leggera, insomma. Abbiamo anche passato intere notti a fare centinaia di treccine nei capelli (io a lei) e a disegnare cartine degli Stati Uniti d’America con tutti i nomi degli stati ben in evidenza (lei per tutt’e due) per decidere dove ambientare il romanzo che avremmo scritto insieme, a quattro mani. Non ricordo chi abbia la copia di quel romanzo iniziato, credo sia ancora in uno dei suoi cassetti della sua stanza da ragazza nubile. Giravamo in città su un’unica bicicletta: io ai pedali, lei sulla canna. Poi alla fine del liceo è arrivato Papo, si sono fidanzati e ha iniziato lui a portare l’amica S sulla canna. Tra poco si sposeranno in comune e io sono pronta a fare la testimone. Aspetto solo che me lo chieda, al telefono deve essersi dimenticata.  "Amica S, chi sarà la tua testimone?"  "Mia cugina Ste, perchè?"  "No no, così. L’avevo immaginato e volevo vedere se ci avevo preso" 

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