Il diario

Un Potus alla mia finestra

Un Potus alla mia finestra

E così accade che ti affidino una rubrica settimanale sul verde, in cui il tuo interlocutore privilegiato è il custode dell’Orto Botanico – giardiniere esperto, laureato e impegnato in fior fior di ricerche – che per ogni puntata ti racconta qualcosa di utile per mantenere in salute il giardino, l’orto in balcone, le piante da appartamento e, nel periodo giusto, le stelle di Natale. Come salvarle al di là della ricorrenza. In fondo ne hanno il diritto. E accade che tu, pollice nero da sempre, cominci a trovarci gusto e ad accorgerti che più verde è più bello. Allora, forte dei consigli del custode dell’Orto, guardi le piante che popolano la tua veranda (poche a dire il vero), e cominci a posizionarle giuste, alla luce giusta, a dare l’acqua giusta. Non è un grande cambiamento di vita, è solo un’attenzione in più. Però quando rientri in casa e ritrovi il potus davanti alla finestra che si beve la luce del giorno, pensi che stai facendo la cosa giusta. E quel potus, finalmente compreso, ti fa persino un po’ tenerezza.

"questo dove lo metto, A la piccola, secondo te?" "secondo me lì" "no, lì è troppo in alto, prende la polvere e mi dimentico di innaffiarlo. e poi non prende la luce e non si vede" "allora per terra, mamma, davanti alla finestra. lì si vede e prende la luce" "perfetto" "gli diamo anche un nome?" "no, il nome non ce la posso fare" "va bene, allora lo chiamerò pianta" "comunque su wikipedia dice che il suo nome scientifico è Epipremnum aureum o Pothos aureum o, comunemente, Potos. Potus, proprio, non esiste" "allora lo chiamerò Potus, sarà il suo nome proprio" "ok" "ok"

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