Il diario

Yiddish Mame

cara piccola mia,
ci sono giorni in cui la tua Mamma urla, strepita e va in ansia per ogni cosa, perché sei lenta a fare colazione, perché devi fare i compiti, perché ti sei vestita come Arlecchino con i colori più svariati, smodati, e scombinati che potessi scegliere, perché fuori ci sono 10 gradi sotto zero e tu ti presenti candida candida sulla porta vestita in gonnellina di jeans, calzette di filanca con i forellini a cuore e maglietta a maniche corte dicendo "mi aiuti a mettere il piumino?", perché hai fatto piangere tua sorella, perché mi hai chiesto una cosa impossibile e poi mi hai detto che non so mantenere i patti, perché non hai le calze antiscivolo, perché hai lanciato i tuoi vestiti in giro per la stanza, perché quando tutti siamo pronti per mangiare arriva il tuo immancabile "aspetta", perché sono nervosa io e basta, perché sei nervosa tu e innervosisci me oppure perché hai risposto male a me, che sono la tua Yiddish Mame pur non essendo ebrea, ma questo è solo un dettaglio perché Yiddish Mame si nasce, indipendentemente dalla religione e dalla professione.
cara A la grande,
abbi pazienza, perché, come dice Moni Ovadia in Oylem Goylem “La Yiddish Mame, più che una madre, è un continente. Bisogna esplorare, ci vuole pazienza…”

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