Il diario

La “Specie chiave”

Se un giorno per qualche motivo vi capitasse di dover spiegare al vostro bambino perché è bene che l’uomo non si intrometta negli equilibri della natura, provate a prendere ispirazione da questo articoletto. Io l’ho letto alle due A minuscole, che mi hanno subito detto: "ma poveri alci!!!". Poi però ho spiegato loro che esiste una catena alimentare che regola i rapporti tra gli esseri viventi di ogni ecosistema e hanno afferrato il concetto.

 

"Alla metà degli anni Sessanta Robert Paine, scienziato dell’Università di Washington a Seattle, scoprì nell’ecosistema litoraneo che stava studiando un principio organizzativo sconosciuto. Quando era presente una determinata specie di stella marina, un assortimento variegato di alghe, patelle, cirripedi, anemoni di mare e mitili viveva in equilibrio delicato e dinamico. Non appena si toglieva da tale ambiente la stella di mare in questione e la si buttava nell’oceano, l’equilibrio veniva meno e un tipo di mitili prendeva il sopravvento su tutto. Paine coniò all’epoca una definizione per indicare l’enorme influenza della stella marina: "Specie chiave". Da allora specie chiave sono state individuate nelle foreste e nelle praterie, negli oceani e perfino nelle viscere umane. Il concetto di specie chiave è diventato uno dei principi teorici guida dello studio dell’ambiente, e ha avuto un impatto determinante che, tra le altre cose, ha ispirato la reintroduzione del lupo nel parco di Yellowstone, dove oggi contribuisce e tenere sotto controllo una popolazione di alci che, in caso contrario, avrebbero fatto piazza pulita di pioppi e salici".

 

da RepubblicaCult del 9 ottobre

di Gabriel Popnik, scrittore e studioso di temi scientifici e ambientali

©2016 The New York Times

traduzione di Anna Bissanti

 

 

 

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