Il diario

the Raccogli-mutande

Esiste un saggio detto che dice i panni sporchi si lavano in casa (o era in famiglia..?), comunque NON esiste un detto che dice i panni sporchi si sparpagliano per casa. Anzi sì, esiste. L’hanno coniato e messo in pratica con recidiva ostinazione, le due A, che ogni giorno lasciano sulla strada che va dalle loro camere al bagno, piste di vestiti non meglio identificati. Che, non si sa perché, non arrivano mai al cesto della biancheria sporca. Non da soli, quantomeno.

E’ lì che entra in azione la Raccogli-mutande, che, soffre della sindrome del braccio che va più veloce della mente. In altre parole, prima che la mente riesca e fermarlo e a imporgli una sacrosanta verità (e cioè: ora chiami le due A e le obblighi a portare i loro panni sporchi nel cesto della biancheria, con i denti, sui gomiti), il braccio della Raccogli-mutande (che deve essere comandato da una propria e istintiva volontà) compie l’insano gesto, e cancella ogni traccia di quello scempio.

Lo sappiamo tutti, è sbagliato. Bisognerebbe imporsi, obbligare i figli e prendersi le proprie responsabilità. Ma alla Mamma quei vestiti dilaniati sul pavimento ricordano i feriti del Vietnam e di tutte le guerre di tutti i tempi, che cercano di raggiungere la trincea, avanzando, loro sì, sui gomiti.

E così, empatizzando con quella terribile sofferenza, conferma il detto i panni sporchi si sparpagliano per casa. E lo rafforza con la chiosa tanto c’è la Raccogli-mutande che li porterà nel cesto della biancheria sporca. Pensando, ma solo ogni tanto, che forse un giorno comprerà un dirty laundry basket (cesto per i panni sporchi detto in slang molto più cool) come si conviene: grande, luminoso, con una grande e lampeggiante freccia rivolta al centro del cesto, che dice: riporre qui la vostra biancheria sporca.

Morale: la stanchezza gioca scherzi e quando i figli sono adolescenti, ognuno sceglie la propria battaglia quotidiana.