Il diario

L’attesa

hanno fatto colazione pensando tutte "che peccato, il papà è tornato a casa, però che bello, oggi arriva la nonna" hanno preparato festoni di carta hanno steso un tappeto fatto di giornali e scotch di carta hanno creato figure, animali, minuscule e altre amenità pensili da affiggere su tutte le porte e le finestre, con tempere, foglie e collage hanno guardato dalla finestra la pioggia scrosciante che si è abbattuta sulla città di Aosta, portando una gradevole e fresca brezza hanno deciso che guardare l’acquazzone dal balcone con gli ombrelli aperti potesse essere un diversivo emozionante hanno deciso di battere in ritirata quando hanno visto il cuoco del ristorante dirimpettaio che dal (suo) balcone le guardava come se fossero delle pazze in libera uscita sono scese a fare la spesa per mettere insieme una cena degna di un ospite in arrivo, quando ha smesso di piovere hanno apparecchiato, cucinato e aspettato hanno telefonato per sapere in che punto delle avventurose rotaie d’Italia si trovava esattamente la nonna ("sono a Chivasso, ancora un paio d’ore") hanno ammirato per un po’ l’orologio appeso alla parete, tamburellando con le dita hanno giocato a battaglia navale, memory e sapientino hanno letto due volte Ortone e il mondo dei Chi e tre volte Prosciutto e uova verdi, perché da quando l’hanno scoperto, Dr. Seuss è un must, un mito, un genio, un illuminato autore della letteratura per l’infanzia che usa modi semplici per dire cose importanti si sono sedute con le mani sulle ginocchia e si sono guardate nelle palle degli occhi e appena prima che l’isteria collettiva negativa esplodesse, la nonna R ha suonato il campanello ed è esplosa l’isteria collettiva. positiva però.

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