Insegnare a fare vs Insegnare a imparare a fare

L’altro giorno, parlando con un’amica con cui mi vedo solo nelle occasioni natalizie, le dicevo che a volte mi sembra di non aver niente da insegnare alle mie figlie. In senso pratico, intendo: non so disegnare particolarmente bene, non so suonare uno strumento, non sono eccellente in nessuno sport, non sono un genio del sudoku e non sono nemmeno particolarmente brava a fare soldi. E’ vero che so scrivere bene, so nuotare, so parlare bene l’inglese, capisco persino il francese, so camminare in montagna, so fare benissimo i criciverba e so cucinare. Però non sono cose che "insegno" alle mie figlie, se non in caso di compiti (scrivere e inglese). Ma non sono una che si mette lì e dice: adesso vi insegno a. Per il resto so fare cose che in realtà non si fanno in senso pratico: so pensare, so farmi un’opinione, so decidere se una cosa mi va bene o no, so impegnarmi in cause perse e non, so difendere un’amica o un amico se lo vedo in difficoltà e so se una cosa voglio imparare a farla oppure non mi interessa. E di solito, se mi interessa davvero, alla fine la imparo. Ed è qui che la mi amica è stata illuminante: "ma noi genitori non dobbiamo insegnare ai nostri figlie a fare delle cose, dobbiamo insegnare loro come fare se vogliono imparare a fare una cosa, indipendentemente da cosa sia".  Questione di strategia, quindi, più che di contenuto. "E come con le idee: dobbiamo insegnare ai figli il procedimento per avere delle idee proprie, difenderle e anche metterle in discussione. Mica dobbiamo inculcargli le nostre di idee". E vabbè, forse questo è già più difficile. Cioè, uno ci prova a essere così politically correct, poi non si è sempre così bravi (in fondo siamo umani). Però è una visione della questione che mi ha svoltato la giornata.