La succursale della Vinavil
"ciao bambina, io mi chiamo A la piccola, ciuccio il pollice e ho un buco in testa. tu come ti chiami bambina?" "Vesna" "sai Vesna, che oggi all’ospedale mi hanno anche dato un braccialetto con scritto il mio nome e cognome?" "perché all’ospedale?" "te l’ho detto. mi sono fatta un buco in testa" "come hai fatto?" "sono caduta dallo scivolo"
A distanza di due mesi dalla prima apertura cranica, A la piccola ha deciso di sperimentare lo scivolo del parco giochi di Aosta con posizioni e percorsi nuovi, cozzando questa volta contro un contro una giuntura dello scivolo. E’ così che si è fatta il buco. Era ino, ma grondava sangue. Alla Mamma non è piaciuto per niente sentire il sangue tra le mani, per fortuna il Mago G ha preso la situazione in mano e, a piedi, la famiglia B ha raggiunto il pronto soccorso. Siccome poteva entrare un solo genitore, il mago G e A la grande sono stati spediti a casa fino a nuovo ordine, mentre la Mamma e A la piccola, con il foglio di via numero 315 e un codice verde scritto a caratteri importanti, hanno atteso due ore, in compagnia di: un uomo di mezza età piegato in due da una colica renale che dignitosamente chiedeva alla moglie a che numero era arrivata la fila; un altro bambino che giocando il fratellino si era fatto male alla testa (ma sulla barella ci stava la sua nonna, con una crisi di panico ancora in corso); un signore che si ricordava solo il momento esatto della sua nascita, 03/03/1933, ore 3 del mattino.
"Mamma possiamo dormire qui?"
"ma no, A la piccola, speriamo di no. sono solo le 12.45, io conterei di uscire prima, se possibile"
"ufff…almeno a mangiare? possiamo rimanere qui almeno a mangiare?"
"vediamo cosa ci dicono, aspetta ancora un po’"
Erano le 15 quando la Mamma e A la piccola sono state dimesse con una nuova incollatura e il saluto benaugurante del medico dell’ambulatorio
"A la piccola, la tua testa sta diventando una succursale della Vinavil, c’è ancora tanto spazio, ma non usarlo tutto subito, intesi?" Intesi. Speriamo.