Il diario

Ikea-terapia

Prendete un papà e una mamma, metteteli all’Ikea una domenica pomeriggio e immaginatevi una conversazione tipica. Se non vi viene in mente niente è perchè non siete mai andati all’Ikea oppure perchè avete rimosso tutto dopo l’ultima volta che ci siete stati. Comunque, mediamente, accade questo. "le candeline rosse profumate! queste le prendo. per la cena del 24 sera" "puzzano da morire, ma che odore hanno?" "vediamo…c’è scritto…ciliegia…alle bambine piaceranno un sacco" "è nauseante. se le accendiamo nessuno mangerà più. dai Mamma, avevamo detto che avremmo preso solo le cose scritte nella lista. niente roba insulsa" "no aspetta, ci sono anche ques…non ti piacciono alla mela?…mago G…hei…aspettami!" "non sei tu che di solito fai le crociate contro il consumismo dilagante, che pontifichi di altre economie possibili imputando tutte le colpe possibili e immaginabili alla globalizzazione universale? é la tua occasione: dimostrati coerente" "ma l’Ikea è fatta apposta per comprare accessori di ogni genere, quelle che mai avresti pensato. non si può venire qui con questi ideali" "quelli sono i tuoi ideali, di solito!" "oggi no. dai! venire all’Ikea con la lista della spesa, ma che tristezza! lasciamoci andare, lasciamoci ispirare dal design, dai colori fluo, dai tessuti pop-art-fantasy, dalle candele alla ciliegia, da, da, da…" "contieniti Mamma. atteniamoci agli obiettivi prefissati" Mentre il braccio di ferro tra la Mamma e il mago G avviene tra il serio e il faceto, alle loro spalle una coppia anima il seguente alterco. lei è parecchio piccata: (lui) ho detto no! per la cassettiera dovrai passare sul mio cadavere! (lei) come la solito. decidi tutto tu. ma insomma, che stile vogliamo dare alla nostra casa? ti sei accorto? la nostra casa non ha uno stile. forza, dimmi: che stile ha la nostra casa? come la definiresti? moderna? retrò? country? new age?…allora, come??? "oddio… – pensa la Mamma – mago G, che stile ha casa nostra secondo te?" "mah…boo. forse nessuno…accogliente…nostra…"
"fiuuu…meno male….guarda qui, questa piacerebbe tanto ad A la piccola. ci farebbe le matte risate. per la sua cameretta, no?" "bruttissima, andiamo" "ok…hei!! ecco cosa mi sono dimenticata di scrivere nella lista!! i copri piumino per i letti delle A minuscole, e anche le tende per la cucina. ecco, butta dentro, vedrai che belle" "va bene Mamma. adesso ritiriamo la nostra roba e andiamo dritti alle casse, tanto abbiamo finito" "già???"
"già" E adesso meditate. Se questo quadretto non corrisponde alla vostra realtà, se vostro marito non vi ha mai strattonato mentre vi lasciavate incantare da un espositore pieno di confezioni di candeline profumate e colorate, sappiate che appartenete a una specie in via di estinzione, rara e assai poco di moda. Perché, origliando le conversazioni delle altre coppie, la Mamma ha scoperto che tutte le coppie occidentali, ogni volta che vanno all’Ikea, hanno almeno un diverbio. E’ un classico. I genitori italiani che periodicamente vanno in pellegrinaggio allo scatolone blu e giallo della casa universale made in Svezia, sono esseri che un giorno si sono scelti, ma non si sono accorti che tra le righe del loro contratto matrimoniale c’era scritto: promettete di amarvi e onorarvi, nella buona e nella cattiva sorte, anche all’Ikea, anche la domenica pomeriggio di una gelida giornata d’inverno, anche e soprattutto dieci giorni prima del santo Natale. Anche quando vi accapiglierete sull’utilità di una poltrona girevole per piccole pesti, che si chiama PS LOMSK e sulla necessità di aggiungere alla vostra cucina l’ennesimo binario GRUNDTAL. Ma non vedetela per forza come una spina nel fianco. Anche un viaggio all’Ikea può avere il suo fascino: vi fa sentire originali anche quando scegliete l’articolo più globalizzato del mondo, soddisfa la vostra curiosità di sapere su cosa litigano le altre coppie e vi rispedisce a casa con qualcosa da fare con le vostre mani. Tutto ciò fa bene all’umore e all’autostima. E l’Ikea-terapia.  

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