Il diario

Avvento

“dai A la piccola vieni, alzati, che apriamo il calendario dell’Avvento”

“ho sonno”

“dai che quest’anno l’unico momento in cui lo apriremo insieme sarà la domenica, perché con la scuola io esco sempre prima”

“ok, arrivo”

“hei ma io questo non l’ho fatto” urla A la piccola

“no, infatti, non devi saperlo per forza, ma se non lo sai te lo dico così lo impari. che cos’hai?”

“chi fu nel 774 il re dei Franchi che conquistò Pavia e la rese capitale del suo Regnum Italicum?”

“ecco, allora, fu Carlo Magno, re dei Franchi”

“e tu A la grande?”

“io ho: con quale nome Pavia veniva chiamata in epoca romana per la sua vicinanza al fiume. ma tranquilla, mamma, la so. Ticinum”

“sì. domani saranno più difficili”

“a me non piace questo tema pavese” protesta A la piccola

“è che delle vostre zone sapete pochissimo, comunque se vuoi ne infilo qualcuna di scienze, contenta?”

“ecco si, ti prego mamma, grazie”

Ogni anno, in casa B, l’Avvento inizia con quattro Lindor. Cioccolatini, rotondi, classici rossi al latte (due per A la piccola) e neri, fondenti, extra (due per A la grande). E’ l’inizio col botto, quello che ti aspetti ma è sempre una sorpresa, perché ogni anno non sai come ci arriverai. Tutto parte da un grande Babbo Natale in legno con 24 cassettini, che però hanno una capienza minima. Quindi, dentro ai cassettini, le ex-minuscole oggi adolescenti trovano ogni giorno dei bigliettini che le conducono all’obbiettivo. Dalla caccia al tesoro ai quesiti matematici, dalle filastrocche a indovinelli vari. Quest’anno si va di “pavesità”: una curiosità al giorno, storia e topografia del territorio. E’ una scusa per studiare, far nascere domande e andare in cerca di risposte, anche per me. Per adesso A la grande è entusiasta, mentre A la piccola, scettica, chiede più scienza. Così da domani ci muoveremo tra storia locale e scienza. E che Gesù bambino ci assista.