Il diario

Cartoline da Cuba

Qualche giorno fa la zia S è tornata da Cuba e ha mandato il link con millanta (termine coniato da A la grande per esprimere la "moltitudine" per eccellenza) foto di posti e persone. "che bei posti – commenta la Mamma via skype – mi piacciono le case color pastello, le trovo bellissime. e anche le macchine, vecchie, colorate, stonate. questi palazzi neoclassici. e che posti da sogno zia S" "sono spettacolari" "questo posto con le cascate dove fate il bagno, mamma mia. anche i tuoi pantaloni arancioni di quest’altra foto sono bellissimi, dove li hai presi?" "in una tienda (negozio spagnolo) sotto casa mia" "e poi volevo sapere…" "lo so già. so cosa mi vuoi chiedere" "il bel giovine con i dread e gli occhiali neri…?" "eh" "devi dirmi qualcosa zia S?" "sì" "e devo aspettare che mi centellini le informazioni ancora per molto? "ma nulla…non c’è niente da dire…di particolare…così…siamo solo amici" "è cubano?" "si. un pittore" "un pittore. cubano. e poi?" "simpatico, colto" "e come vi siete conosciuti?" "l’ultima sera che mi trovavo a Trinidad, sulle scalinate della piazza ascoltando un concerto e ci siamo messi a parlare e siamo rimasti lì fino a tardi. era con un amico, io ero con la mia amica R" "poi?" incalza la Mamma, assetata di vite parallele e alternative alla maternità permanente "e nulla. ci hanno accompagnato alla casa particular (struttura modesta ma decisamente affascinante e tipica, ideale per il soggiorno a Cuba, consigliata per chi non ama soggiorni turistici standardizzati) dove stavamo e il giorno dopo, prima di ripartire per l’Avana, siamo passati a salutarli. il pittore era lì, con lo zainetto sulle spalle" "e dove andava con lo zainetto il pittore cubano simpatico e colto?" "voleva venire con noi all’Avana, per gli ultimi 3 giorni. diceva che l’avevo fologorato, hai capito? è rimasto folgorato da me" "wow. e poi è venuto con voi?" "alla fine no, gli ho detto subito che non era il caso. così noi siamo tornate all’Avana, ma ci siamo scambiati i numeri di telefono" "ha chiamato?" "la sera stessa. siamo arrivate a casa di R all’Avana e questo folle mi ha chiamato dicendomi che non riusciva a dipingere, che aveva la mia immagine davanti agli occhi. e che doveva rivedermi e che erano anni che non gli capitava una cosa così. e anche che doveva capire" "che romantico" "a Cuba tutti gli uomini sono romantici, Mamma" "non lo sapevo" "e che voleva intentare il tutto per tutto" "…INtentare spero di no…non è una causa di divorzio…dai zia S, si dice Tentare!" "ve bè quello che è, tentare, intentare…ogni tanto mi sfugge l’italiano. comunque io ripartivo il mercoledì e martedi sera lui é arrivato all’Avana" "il pittore cubano, simpatico, colto e romantico è venuto lì apposta per te?" "esatto. abbiamo parlato parlato ancora e poi è andato a dormire in un ostello vicino a casa dell’amica R" "lo vedi? tu vivi in un film e io nella realtà…" "comunque. mercoledi, che era il mio ultimo giorno, ci siamo visti tutto il giorno, abbiamo passeggiato per l’Avana sotto il diluvio, siamo andati a mangiare e abbiamo parlato ancora" "e di che?" "niente Mamma! parole…! ci siamo detti tante parole! abbiamo parlato, no?" "oh, va bene. fammi un esempio" "per esempio mi ha detto che ho un profilo da cuadro" "Quadro zia S…Quadro! con la Q!!!" "già, scusa…in spagnolo é con la C" "ecco" "che potrebbe disegnarmi…che devo tornare a Cuba, non importa quando, anche se fosse tra mesi o anni. che si sente come un adolescente stupido che si innamora per la prima volta" "e tu?" "l’ho ascoltato e non ho detto niente" "come niente?" "sono stata fredda, molto fredda. non è che voglio un altro chiquito!" "no no, scusa non capisco. cosa c’entra adesso il chiquito? "quello c’entra sempre. di riffa o di raffa, torna sempre. come un fantasma. e sempre sul più bello. anche se sta a migliaia di km di distanza" "eh ma così non va bene zia S!" "comunque. mi ha accompagnato a casa e mentre facevo la valigia parlava con l’amica R. poi mi ha accompagnato all’aeroporto. ed era la prima volta che entrava in un aerporto" "jiji???" "e nulla, ci siamo salutati" "cioè non era mai stato in un aereoporto?" "esatto, mai. mai preso un aereo, mai lasciata Cuba. gli ho chiesto se non aveva mai pensato di andare via, ma mi ha detto che non ci aveva mai pensato. e che forse non aveva ancora avuto un valido motivo per pensarci" "non è che ti stava facendo una proposta?" "no. però mi scrive ogni giorno. ma come mai si sarà fissato così?" "si chiama colpo di fulmine, zia S" "grazie, lo so. In ogni caso penso che presto tornerò a Cuba per una vacanza. e vado a trovare il cubano per vedere se ha sbarellato del tutto" "brava" "vado a dormire, ‘notte Mamma" "notte zia S"

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